Il rappresentante del Fli chiede "trasparenza, risposte chiare ed esaustive"
SIENA. “invitiamo ancora una volta all’assessore Mauro Bianchi di fornire chiarimenti a proposito delle Terme di Petriolo – dichiara Maurizio Cesari di Futuo e Libertà -. La questione in oggetto è, infatti, tutt’altro che di poco conto. I cittadini hanno il diritto di sapere se, in passato, la società per azioni denominata “TERME SALUTE E AMBIENTE – STABILIMENTI DELLE GALLERIE (RADICONDOLI) E DI PETRIOLO (MONTICIANO)” abbia mai contratto una cessione di un ramo di azienda ad una società privata. In caso affermativo, vorremmo conoscere se, come previsto dalle normative vigenti, il prezzo stimato sia derivato da una perizia, se ci sia stato un bando di gara, e se tale decisione sia stata deliberata dai Consigli comunali dei Comuni detentori delle quote di partecipazione di tale società, ovvero: i Comuni di Radicondoli, San Gimignano, Murlo, Montieri, Monticiano, Civitella e Chiusdino.
L’ilarità con cui l’assessore Bianchi ha risposto elusivamente alla nostra prima richiesta di trasparenza, oltre ad essere mal riposta, è il segno dell’arroganza e della dabbenaggine di chi si erge a padrone, più che tutore della comunità. È triste pensare che gli enti preposti all’amministrazione del bene comune si sottraggono alle legittime domande dei cittadini sulla gestione della cosa pubblica.
Crediamo che non ci sia di che ridere ancora. Noi certamente non ridiamo. Questa modalità di gestione dei beni pubblici padronale e scaltra, in tanti anni di amministrazione dei vari PCI, PDS, DS, PD, ha creato una tristissima consuetudine di affari in sottocoperta, caratterizzati dalla persistenza di ombre, di dubbi, di mancate risposte alla cittadinanza su atti di governo del territorio, non più tollerabile.
Il numero degli indagati a vario titolo tra Monte dei Paschi, Università, Ampugnano, Provincia di Siena, sempre più prossimo al centinaio, ci sembra confermi, purtroppo, le nostre convinzioni. È tempo – conclude Cesari – che i rappresentanti del popolo tornino a dare risposte, chiare ed esaustive, al polo sul modo in cui lo rappresentano, prendendo decisioni in suo nome e per suo conto. Almeno così dovrebbe essere”.