Dringoli, Turchi, De Martini e Rubini fanno orecchie da mercante

di Red
SIENA. Fate spazio. I quattro rappresentanti della Fondazione nel cda del Monte dei Paschi affideranno alla pagliuzza più corta il compito di scegliere chi dovrà lasciare il posto ai due consiglieri scelti dai nuovi soci della Fondazione? Per il momento, infatti, nessuno ha alzato la mano per dire “Esco io”, anzi. Il neopresidente della Fondazione, Marcello Clarich dice: “Non possiamo costringerli”, sapendo di avere per le mani una patata bollente che Mansi aveva già preannunciato. La Fondazione non può revocare i mandato ai quattro consiglieri (Marco Turchi, Angelo Dringoli, Marina Rubini e Paola De Martini) e deve appellarsi al loro senso di responsabilità. Al momento senza risposta.
Btg Pactual e Fintech Advisory reclamano il loro posto nel consiglio di amministrazione della banca, forti del mezzo miliardo di euro speso, con cui hanno partecipato all’aumento di capitale (con 325 milioni di euro) e all’acquisto di titoli del Monte (180 milioni di investimento). Si presume che nessuno voglia che i due fondi salutino la compagnia e tolgano il disturbo. Il risultato sarebbe un disinvestimento in Mps e l’uscita dal patto con la Fondazione. Con le conseguenze facilmente immaginabili. Se Profumo nel 2015 sarà riconfermato e si attiverà per il matrimonio di Mps con un altro istituto europeo per il salvataggio della banca, non può permettersi questi salti nel buio.
Si dice che ai due possibili dimissionari – per incentivarli a dare le dimissioni dal board – potrebbero essere offerti incarichi in partecipate della banca o della Fondazione, ma ancora non vi sono conferme in tal senso.
Il 5 settembre prossimo si terranno due assemblee: quella mattutina del cda del Monte e quella pomeridiana della Deputazione Generale della Fondazione. Per quel giorno qualcuno dovrà aver deciso qualcosa, si presume. Moral suasion o non moral suasion.
SIENA. Fate spazio. I quattro rappresentanti della Fondazione nel cda del Monte dei Paschi affideranno alla pagliuzza più corta il compito di scegliere chi dovrà lasciare il posto ai due consiglieri scelti dai nuovi soci della Fondazione? Per il momento, infatti, nessuno ha alzato la mano per dire “Esco io”, anzi. Il neopresidente della Fondazione, Marcello Clarich dice: “Non possiamo costringerli”, sapendo di avere per le mani una patata bollente che Mansi aveva già preannunciato. La Fondazione non può revocare i mandato ai quattro consiglieri (Marco Turchi, Angelo Dringoli, Marina Rubini e Paola De Martini) e deve appellarsi al loro senso di responsabilità. Al momento senza risposta.
Btg Pactual e Fintech Advisory reclamano il loro posto nel consiglio di amministrazione della banca, forti del mezzo miliardo di euro speso, con cui hanno partecipato all’aumento di capitale (con 325 milioni di euro) e all’acquisto di titoli del Monte (180 milioni di investimento). Si presume che nessuno voglia che i due fondi salutino la compagnia e tolgano il disturbo. Il risultato sarebbe un disinvestimento in Mps e l’uscita dal patto con la Fondazione. Con le conseguenze facilmente immaginabili. Se Profumo nel 2015 sarà riconfermato e si attiverà per il matrimonio di Mps con un altro istituto europeo per il salvataggio della banca, non può permettersi questi salti nel buio.
Si dice che ai due possibili dimissionari – per incentivarli a dare le dimissioni dal board – potrebbero essere offerti incarichi in partecipate della banca o della Fondazione, ma ancora non vi sono conferme in tal senso.
Il 5 settembre prossimo si terranno due assemblee: quella mattutina del cda del Monte e quella pomeridiana della Deputazione Generale della Fondazione. Per quel giorno qualcuno dovrà aver deciso qualcosa, si presume. Moral suasion o non moral suasion.