
SIENA. Da Roberta Bosco, candidata indipendente in quota Europa Verde – lista AVS, circoscrizione Siena, riceviamo e pubblichiamo.
“Scegliere di bere l’acqua del rubinetto rappresenta un gesto semplice ma fondamentale. Significa ridurre l’uso della plastica e l’inquinamento che ne deriva, risparmiare denaro e, soprattutto, tutelare la salute. Eppure l’Italia resta uno dei Paesi con il più alto consumo di acqua in bottiglia di plastica. Perché? Per abitudine, per false credenze e, purtroppo, anche per una fiducia non sempre piena nelle istituzioni.
Sulle abitudini, la soluzione è a portata di mano: riempire una bottiglia di vetro a casa è più comodo che trasportare confezioni di plastica. Per quanto riguarda le false credenze, come medica posso affermare con chiarezza che l’acqua del rubinetto non provoca calcoli renali: al contrario, spesso aiuta a prevenirli.
La questione della fiducia è invece più complessa. È bene sapere che ogni cittadino può richiedere al proprio Comune i dati delle analisi di legge sull’acqua distribuita. Inoltre, esistono enti a cui rivolgersi per verificare la qualità dell’acqua del proprio rubinetto. Tuttavia, c’è un problema emergente che non riceve ancora l’attenzione politica che meriterebbe: la presenza di micro e nano plastiche e di PFAS, le cosiddette “sostanze chimiche eterne”.
I PFAS sono usati in molti prodotti perché resistenti al calore, all’olio e all’acqua. Ma proprio per queste caratteristiche restano nell’ambiente, accumulandosi nelle acque, nei terreni e negli organismi viventi. Alcune tipologie sono classificate come cancerogene o interferenti endocrini, con gravi ripercussioni sulla salute. Eppure, la normativa italiana sul loro monitoraggio è ancora troppo generica e disomogenea.
C’è poi un altro nodo cruciale: gli scarichi industriali e le acque che si infiltrano nelle discariche. Oggi non esiste un controllo uniforme e sistematico sulla presenza di microplastiche e PFAS in questi flussi. Così, sostanze pericolose finiscono nei fiumi, contaminano le falde e, attraverso l’agricoltura, possono arrivare fino alle nostre tavole.
Per questo chiedo con forza che la Regione Toscana si impegni a:
• uniformare i controlli su tutto il territorio;
• garantire il coinvolgimento di tutti gli enti competenti;
• inserire esplicitamente il monitoraggio di microplastiche e PFAS negli scarichi aziendali e negli impianti di depurazione.
Difendere l’acqua significa difendere la salute, l’ambiente e il futuro. Io credo che per avere un domani migliore dobbiamo lavorare a un presente sostenibile, fatto di scelte coraggiose e responsabili”.