Ma il Parlamento italiano va in ferie fino al 12 settembre...
di Red
SIENA. Alle 15:09 il titolo MPS girava in positivo a +0,62%. Alle 18 dello stesso pomeriggio chiudeva con un -3,28% a euro 0,4665, sicuramente il migliore tra le cinque big del settore bancario. Ciò dimostra la schizofrenia che vivono i mercati in questo momento di incertezza.
Le votazioni in corso al Congresso USA non hanno aiutato, dopo il voto del Senato americano nella notte italiana, ha lasciato chiudere Wall Street in negativo. E’ stato lo spread, ovvero il differenziale tra Btp e Bund tedesco che ha toccato un massimo odierno a 385 punti base, a guidare il mercato con effetti negativi soprattutto sui bancari, come detto in apertura, che sul finale di giornata, insieme a diversi industriali tra cui Fiat e Pirelli, sono stati sospesi al ribasso. Ciò significa utili maggiori per le banche italiane che ne detengono ben 200 miliardi, a patto che non si superi la soglia limite del 7% di rendimento, che sancirebbe l’incapacità dello Stato Italiano di ripagare il debito, con le conseguenze a catena che tutti ormai conosciamo (e infatti Deutsche Bank se li è venduti, mors tua vita mea, i suoi 7 miliardi di titoli e guida di fatto la speculazione contro il Bel Paese) e che spiegano la debolezza ulteriore dei bancari.
Parole al vento. “Pienamente fiduciosa per le misure prese dall’Italia per fronteggiare la crisi” è l’espressione usata dalla portavoce della Commissione Europea Chantal Huges per rispondere a una domanda sulla crescita dello spread tra i Btp e i bund tedeschi. La signora Huges ha avuto parole di rassicurazione per i mercati affermando che allo studio della Commissione non vi sono piani di salvataggio dell’area euro verso l’Italia, così come non ci sono su Spagna e Cipro. La Spagna, con la decisione di Zapatero di anticipare le elezioni a novembre lasciando definitivamente la scena politica internazionale, sembrava aver dato un segnale positivo al mondo finanziario. Però oggi anche i rendimenti sui titoli di stato decennali iberici sono saliti oltre il 6,36% con quasi 400 punti base di differenza con i Bund. Grande attesa, ma sarebbe meglio dire grande preoccupazione, per le dichiarazioni che il Presidente del Consiglio Berlusconi farà alla Camera domani in diretta televisiva. Potrebbe essere la Waterloo della finanza pubblica italiana… Visto che nessun osservatore si aspetta che si assuma alcuna responsabilità politica per la situazione in cui versano i conti pubblici, la mancata lotta alla corruzione, le leggi insulse che allontanano gli investitori dall’Italia, né tantomeno che annunci le proprie dimissioni e le elezioni anticipate, una analisi generica alla ricerca dello scaricabarile sull’origine della crisi per di più nemmeno soggetta al voto parlamentare può avere effetti negativi e nella migliore delle ipotesi neutri. Tant’è che la Camera dei Deputati va in ferie cinque minuti dopo la fine del discorso di Berlusconi… per rientrare in attività solamente il 12 settembre dopo che un centinaio di loro sarà andato a nostre spese in Terrasanta.
Già archiviato il mese di agosto, servirà ancora chiedere un miracolo o saremo tutti con le pezze nel sedere? Più interessanti i colloqui di giovedì con le parti sociali. Confindustria e Sindacati potrebbe rivelarsi più stringenti verso un governo che iniziative e scelte impopolari non vuol sapere di assumerne. I mercati giudicheranno severamente: le ultime scelte di manovra finanziaria varate da Tremonti hanno già aumentato i debiti dello Stato e allungato il conto che alita al collo di ogni cittadino italiano, traccheggiando, non può che esser peggio. Si parla di una improvvisa patrimoniale che colpirà chi, avendo, sarà sotto l’ombrellone a godersi il Ferragosto: non molti, visto il calo del 60% delle partenze per le ferie di quest’ultimo weekend rispetto allo scorso anno. Infine, la nota del Tesoro.
Il Comitato per la salvaguardia della stabilità finanziaria, riunitosi oggi pomeriggio sotto la presidenza del ministro dell’Economia Giulio Tremonti, ha concluso i suoi lavori con una nota ministeriale in cui si afferma che “Il sistema bancario e finanziario italiano è solido nonostante le tensioni che si riflettono sull’Italia, derivanti da incertezze internazionali”. Si prosegue dicendo che il sistema tiene “grazie anche all’azione tempestiva di rafforzamento delle condizioni patrimoniali e di liquidità delle banche”. Terminiamo con la considerazione che cambiare il governo, se quello nuovo non avesse ben chiaro cosa deve fare per favorire la crescita del paese, è sosanzialmente inutile. Parole. Giusto a conclusione della giornata è arrivato il declassamento del debito americano da parte di Moody’s che per una volta si è dimostrata superpartes: sempre AAA ma con outlook da stabile a negativo. Mentre si attende la reazione di Standard & Poors, si registra la novità proveniente dalla Cina dove l’agenzia locale di rating Dagong declassa il debito USA alla pari di quello russo. Un giudizio importante, visto che la Cina detiene una grande fetta dei titoli di stato americani.
