No alla scaramuccia elettorale sulla pelle dei lavoratori

SIENA. Inizia la campagna elettorale tra bugie e ammiccamenti: è di questo che abbiamo bisogno?
Si stanno per chiudere le liste elettorali e sui giornali iniziano le prime schermaglie. Ultima in ordine di tempo l’uscita dell’ex assessore Luciano Cortonesi sull’ippodromo di Siena. Un esempio di perfetto mix tra amichevoli coltellate al collega di partito ed ex sindaco Ceccuzzi, di ammiccamenti al mondo dell’ippica e di endorsement verso il candidato sindaco Dr. Eugenio Neri.
Cui prodest? Sicuramente non ai cittadini, frastornati da questa confusione.
Ma procediamo con calma mettendo qualche paletto. L’inizio della fine dell’ippodromo risale al 2000 con l’ingresso nella gestione della Società Ippodromi e Città voluta dal sindaco Piccini. Gestione discutibile che nel dicembre 2007 (giunta Cenni) è culminata con la chiusura dell’ippodromo effettuata promettendo di eseguire immediatamente i lavori di adeguamento imposti a tutti gli ippodromi italiani dall’U.N.I.R.E.. Lavori che però inizieranno solo più di cinque anni dopo provocando a Siena il collasso del settore. In tutti questi anni Luciano Cortonesi è stato ai vertici dell’amministrazione comunale, probabilmente inconsapevole del declino dell’ippodromo, ma è stato perentorio nell’addossare ogni colpa all’ex sindaco Ceccuzzi peccando di memoria corta.
A dire il vero a febbraio 2012 l’ippodromo era ancora praticamente inutilizzabile per l’addestramento e per svolgere giornate di corse nonostante i 2.300.000,00 euro di soldi spesi per una ristrutturazione a tutt’oggi ancora incompleta. Una impraticabilità che era fondata su carenze strutturali e normative tanto che Ceccuzzi si assunse non poche responsabilità nel permettere di usare l’ippodromo come galoppatoio per i cavalli del Palio. Una responsabilità che il commissario Laudanna non ha evidentemente intenzione di prendersi.
Il punto chiaramente non è difendere l’ex sindaco Ceccuzzi che, se crede, sa difendersi benissimo da solo, ma evitare che la tragedia imprenditoriale e personale di tanti lavoratori ed appassionati dell’ippica venga usata per scaramucce elettorali di bassa lega. Siena non ha bisogno di questi toni e di questa gente.L’ippodromo potrà essere un’opportunità per la futura amministrazione purchè siano chiare problematiche e prospettive.
Nell’ippodromo sono da poco tempo terminate le strutture dedite alla segreteria e all’infermeria e mancano completamente la tribuna, la torretta dell’arrivo e le strutture per ospitare la sala corse e l’area scommesse. Ma la cosa più preoccupante è che ad oggi dei più di cento box previsti solo 42 sono finiti. Un numero troppo esiguo per permettere all’ippodromo di sopravvivere autonomamente come centro di allenamento.Occorre quindi che il prossimo sindaco, dopo essersi preoccupato di portare a norma l’ippodromo come galoppatoio secondo gli standard più esigenti, proceda impostando, attraverso bando pubblico, una nuova gestione che premi la passione e la competenza dei nostri imprenditori ippici. Una gestione da cui l’amministrazione non potrà, visti gli esigui margini, ricavare alcun profitto ma servirà per creare nuove opportunità lavorative ed una occasione di sviluppo.
Chiudo con un pensiero. Il Palio non dovrebbe essere mai tema di scontro elettorale. Ma al Dr. Eugenio Neri, che ha offeso la festa descrivendo nel suo programma il declino e la futura rinascita di Siena con la foto della caduta del Leocorno a San Martino nelle prove di due anni fa e con la foto della vittoria del Palio del Nicchio del 1984, vorrei ricordare che coltivare una sana imprenditorialità nelle professioni dell’ippica, senza volerne fare una fonte di ricavi per l’amministrazione, è il presupposto per garantire la partecipazione al Palio di barberi di qualità, sani ed allenati. Un beneficio per tutti, sempre che lui ed i suoi supporters di secondo letto abbiano sensibilità e competenza per andare oltre la querelle elettorale.
Cui prodest? Sicuramente non ai cittadini, frastornati da questa confusione.
Ma procediamo con calma mettendo qualche paletto. L’inizio della fine dell’ippodromo risale al 2000 con l’ingresso nella gestione della Società Ippodromi e Città voluta dal sindaco Piccini. Gestione discutibile che nel dicembre 2007 (giunta Cenni) è culminata con la chiusura dell’ippodromo effettuata promettendo di eseguire immediatamente i lavori di adeguamento imposti a tutti gli ippodromi italiani dall’U.N.I.R.E.. Lavori che però inizieranno solo più di cinque anni dopo provocando a Siena il collasso del settore. In tutti questi anni Luciano Cortonesi è stato ai vertici dell’amministrazione comunale, probabilmente inconsapevole del declino dell’ippodromo, ma è stato perentorio nell’addossare ogni colpa all’ex sindaco Ceccuzzi peccando di memoria corta.
A dire il vero a febbraio 2012 l’ippodromo era ancora praticamente inutilizzabile per l’addestramento e per svolgere giornate di corse nonostante i 2.300.000,00 euro di soldi spesi per una ristrutturazione a tutt’oggi ancora incompleta. Una impraticabilità che era fondata su carenze strutturali e normative tanto che Ceccuzzi si assunse non poche responsabilità nel permettere di usare l’ippodromo come galoppatoio per i cavalli del Palio. Una responsabilità che il commissario Laudanna non ha evidentemente intenzione di prendersi.
Il punto chiaramente non è difendere l’ex sindaco Ceccuzzi che, se crede, sa difendersi benissimo da solo, ma evitare che la tragedia imprenditoriale e personale di tanti lavoratori ed appassionati dell’ippica venga usata per scaramucce elettorali di bassa lega. Siena non ha bisogno di questi toni e di questa gente.L’ippodromo potrà essere un’opportunità per la futura amministrazione purchè siano chiare problematiche e prospettive.
Nell’ippodromo sono da poco tempo terminate le strutture dedite alla segreteria e all’infermeria e mancano completamente la tribuna, la torretta dell’arrivo e le strutture per ospitare la sala corse e l’area scommesse. Ma la cosa più preoccupante è che ad oggi dei più di cento box previsti solo 42 sono finiti. Un numero troppo esiguo per permettere all’ippodromo di sopravvivere autonomamente come centro di allenamento.Occorre quindi che il prossimo sindaco, dopo essersi preoccupato di portare a norma l’ippodromo come galoppatoio secondo gli standard più esigenti, proceda impostando, attraverso bando pubblico, una nuova gestione che premi la passione e la competenza dei nostri imprenditori ippici. Una gestione da cui l’amministrazione non potrà, visti gli esigui margini, ricavare alcun profitto ma servirà per creare nuove opportunità lavorative ed una occasione di sviluppo.
Chiudo con un pensiero. Il Palio non dovrebbe essere mai tema di scontro elettorale. Ma al Dr. Eugenio Neri, che ha offeso la festa descrivendo nel suo programma il declino e la futura rinascita di Siena con la foto della caduta del Leocorno a San Martino nelle prove di due anni fa e con la foto della vittoria del Palio del Nicchio del 1984, vorrei ricordare che coltivare una sana imprenditorialità nelle professioni dell’ippica, senza volerne fare una fonte di ricavi per l’amministrazione, è il presupposto per garantire la partecipazione al Palio di barberi di qualità, sani ed allenati. Un beneficio per tutti, sempre che lui ed i suoi supporters di secondo letto abbiano sensibilità e competenza per andare oltre la querelle elettorale.
Stefano Barsanti – vicepresidente NOI Siena