Il gruppo evidenzia la noncuranza per le competenze presenti nel territorio e "alcune inopportune interferenze partitiche che potrebbero generare addirittura una sorta di conflitto di interessi"

SIENA. Di fronte alla conferma della lista dei nuovi consiglieri del Monte dei Paschi, notiamo, senza mettere in dubbio le capacità professionali dei nominati, che le scelte della politica non hanno tenuto conto di competenze presenti nel territorio. Evidenziamo anche, come riportato da alcuni media nazionali, alcune inopportune interferenze partitiche che potrebbero generare addirittura una sorta di conflitto di interessi. Giudichiamo questa mossa poco rispettosa delle realtà che hanno sempre sostenuto l’Istituto, anche dopo l’inizio della crisi causata da innegabile gestione sconsiderata. Ci riferiamo all’impegno dei dipendenti, alla fiducia dei risparmiatori, alla presenza di Associazioni locali, da sempre attente alle questioni riguardanti la Banca, che hanno continuato a credere in un marchio secolare e di riferimento per la zona, insieme alla sua Fondazione.
Sarebbe invece oltremodo opportuna la sinergia col territorio, dovendo, in questa fase, affrontare questioni delicate, come la dismissione della partecipazione del Ministero, e la definizione di un futuro possibile per la Banca. Ci auspichiamo che il Cda, e in prima persona l’Ad, imprimano un segno di cambiamento con un nuovo assetto dei quadri direttivi interni e si aprano alla realtà circostante interfacciandosi con coloro che hanno a disposizione una mole enorme di informazioni per impegno profuso nel far luce sul disastro che ha colpito il Monte.
Ci sembra anche molto discutibile la scelta, apparsa in un comunicato del CdA uscente, già dall’8 aprile scorso, dopo la revoca della convocazione dell’Assemblea Ordinaria dei Soci prevista per il giorno 6 aprile, in seguito all’ emanazione delle misure contenute nel D.L. 17 marzo 2020 n. 18 connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Il board della Banca ha deliberato di convocare l’Assemblea Ordinaria, in Piazza Salimbeni per il giorno 18 maggio 2020, a porte chiuse a prescindere, senza tenere conto di possibili ulteriori disposizioni ministeriali in considerazione dei futuri sviluppi della pandemia.
Con la parziale apertura del lockdown, attraverso un nuovo Decreto ministeriale appena uscito, a maggior ragione non comprendiamo tale decisione, dato che l’auditorium di viale Mazzini, sede consueta delle Assemblee del Monte, permette garanzia di distanziamento sociale, vista la capienza di circa 400 posti. Non essendo previsti spostamenti ordinari fuori Regione, inevitabilmente sarebbe ridotto il numero dei presenti possibili, ma potrebbero far sentire la loro voce almeno i rappresentanti di associazioni del territorio e di azionisti che hanno sempre partecipato e si sono opposti con forza a scelte deleterie per l’Istituto; in alternativa, almeno in videoconferenza.
Sarebbe veramente poco opportuno, poco comprensibile e forse non in linea con le normative, escludere qualsiasi contraddittorio, di fronte a un ricco O.d.g. composto da ben 12 punti, tra cui argomenti focali come l’approvazione del Bilancio 2019, la nomina e i compensi del Cda e del Collegio sindacale con relativi Presidenti.