Date ufficializzate. Le elezioni si terranno il prossimo 15 e 16 maggio
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. “Le jeux son fait. Rien ne va plus”. Pur non essendo una affezionata frequentatrice delle case da gioco, da qualche giorno mi sento orfana della figura del croupier. Di quella figura rassicurante, di solito ben vestita, dalla voce gentile ma decisa, che mette ordine sul tavolo da gioco (la roulette) nel giro di un secondo. Le braccia che si allungano a mettere gettoni sui numeri, improvvisamente chiamate ad abbandonare ogni indugio, vengono prontamente ritirate – pena l’esclusione della puntata – e gli occhi si fissano sulla pallina che gira. E i desideri, seppure con qualche distinguo, sono tutti protesi a incanalare quella piccola sfera nello spazio minimo del numero puntato, del colore scelto. C’è chi punta sul numero secco; su due numeri, su quattro, riducendo la quota della vincita ma raddoppiando la possibilità di beccare il numero vincente.
Regole precise, tempi precisi: niente è lasciato la caso.
A Siena ci vorrebbe proprio un croupier che pronunci la fatidica frase alle varie compagini politiche pronte (ma anche no) a confrontarsi nell’agone elettorale.
La data è stata decisa: 15 e 16 maggio. L’eventuale ballottaggio andrebbe al 29 e 30.
Di “cavalli” alla griglia di partenza neppure l’ombra. Escudendo il quasi sindaco, ovviamente.
Nella sua solitudine, Franco Ceccuzzi continua ad essere il protagonista di questa campagna elettorale, nel bene e nel male. Proprio come un giocatore che il numero alla roulette lo aveva scelto ancora prima di arrivare al casinò. Lui sa già tutto. Sa i componenti della sua Giunta, i consiglieri comunali (l’incontro che ci sarà tra qualche giorno sarà una ovvia e pura formalità di facciata che pure gli toccherà svolgere) e, se lo lasciassero fare, andrebbe al prossimo Consiglio Comunale a presentare la sua prima azione di Governo. Che potrebbe essere quella di trovare qualche posto di lavoro a giovani senesi di buona volontà.
I nostri timidi tentativi di riaprire margini di confronto, di smuovere un movimento di opinione all’interno del Pd hanno intiepidito alcuni esponenti del partito ma non intaccano la massiccia corazza del dux (inteso in senso latino) che a furia di imperativi categorici rischia di continuare a sfaldare persino il gruppo dei suoi sostenitori.
Loretana Battistini, la candidata a sindaco della Lega Nord la sua campagna elettorale l’ha dovuta cominciare in casa. Spuntarla con i vertici del PdL toscano che insistono a dirle “no” alla convergenza sul suo nome era un’operazione impossibile. Quasi quanto quella di vincere le elezioni a Siena. Non si può certo negare una buona dose di coraggio. Sostenuto, in verità, dalla segreteria provinciale del Carroccio che alla sua candidata non ha mai fatto mancare il suo sostegno.
Sarà per queste incertezze di coalizione ma Loretana, nella mente degli elettori senesi, non è ancora entrata di diritto nella rosa dei candidati.
Tutti aspettano la definitiva chiusura del tavolo di confronto tra i due alleati al Governo centrale.
La cosa simpatica di questa trattativa è il continuo stillicidio di date. “Decideranno entro venerdì. No, entro martedì prossimo. No, entro sabato pomeriggio. Tra dieci giorni. Tra una settimana… e via così da circa due mesi. Roba da far vacillare le menti più salde!”. E su e giù verso Firenze, percorrendo la critica Autopalio. Che per fortuna è ancora gratis. Altrimenti era una bella spesa!
Nel frattempo, a mettere ancora più confusione, il PdL locale ci metteva il suo. Abbiamo una rosa di nostri candidati, diceva Marignani. E giù ipotesi: Franco Masoni. No, Vittorio Stelo. Nemmeno, Riccardo Pagni. Macchè, lo stesso Claudio Marignani… fino al nome di Alessandro Nannini.
Un nome ben noto a Siena. Che in politica aveva giusto dato un appoggio esterno alla candidatura di Maurizio Cenni. Poi aveva continuato a fare l’imprenditore. Tempo fa era già venuta fuori la notizia di una sua missione a Roma per prendersi l’incarico di fare il candidato sindaco del PdL. Una notizia che avevamo dato come quasi certa ma che poi aveva vacillato sotto altre voci. Pareva, infatti, che Alessandro volesse tirarsi indietro da questo compito. Ora torna in auge. Qualcuno giura di averlo visto uscire da Palazzo Grazioli ieri (2 febbraio) in compagnia di Rocco Girlanda, onorevole del PdL ed amministratore del gruppo Corriere, lo stesso dal quale dipende il Corriere di Siena.
Oggi la notizia è diffusa da tutti, e vogliamo pensare che sia definitiva. “Rien ne va plus”. Sebbene… ci sia da aspettare un altro di quei famosi incontri PdL – Lega di cui sopra… Le abitudini sono dure a morire… Comunque la Lega Nord ha già detto che non accetterà di rinunciare alla sua candidata. Non certo per Nannini.
Movimento, invece, nelle Liste Civiche Senesi. Mentre si attende la ufficializzazione della candidatura di Gabriele Corradi – fissata per il 5 marzo e poi rinviata per ragioni del tutto oscure al prossimo 11 marzo – ci si domanda se la compagine elettorale è sempre la stessa. Lcs (in parte) e Nuovo Polo (in parte) avrebbero un accordo già da tempo – quasi quanto è conosciuto il candidato – ma tutto resta sotto traccia. Tutto resta nel “si dice” e non prende la via della campagna elettorale. In questo caso il croupier pare abbia già dato l’indicazione ma i giocatori “non ci sentono” e proseguono nei loro lavori lontano dall’agone politico. Qualche incontro pubblico, poco pubblicizzato e pochi interventi su questioni locali anche di un certo rilievo.
In questo silenzio si sollevano voci di “maligni” che parlando di un cambio di cavallo all’ultimo momento. L’ombra dell’ex sindaco incombe. Nei sogni di alcuni e negli incubi di altri (e questi altri sono quasi tutti nel Pd) aleggia la figura barbuta di Pierluigi Piccini da Parigi. Il pericolo è dietro l’angolo. L’indecisione nell’ufficializzare il candidato è tradotta come la possibilità ancora aperta per Pierlu di cambiare idea circa le sue velleità romane e tornare a mettere gli occhi sullo scranno da sindaco. Sebbene lui resti defilato e faccia spallucce a chi pone domande precise, questo dubbio non passa.
Sul fronte delle restanti liste civiche (quelle rappresentate da Mario Ascheri e Vittorio Stelo) la speranza di riuscire a trovare un collante tra i fuoriusciti da Lcs e da Rifondazione Comunista, da Sel e i resistenti di IdV pare scontrarsi solo con questi ultimi. IdV infatti, a parte lanciare critiche anche pesanti – e peraltro sostanziali ad un tavolo di confronto – agli alleati piddiini, proprio non ce la fa a tagliare il cordone ombelicale. I suoi rappresentanti senesi sono lì che si macerano tra il rispetto degli accordi nazionali e la realtà senese, che è tutta un’altra cosa. A Siena non c’è la figura di peso di Di Pietro. In compenso c’è il quasi sindaco che non vuole essere intralciato nelle sue decisioni. La collegialità non è prevista in un eventuale accordo. Allora ai dipietrini, fino ad ora impavidi e critici nei confronti della dirigenza di Ceccuzzi non resterebbe che andare a sostenere la nuova lista di sinistra. Ci vuole coraggio ma le scelte di dignità e di coerenza spesso sono quelle, almeno al principio, che costano qualche sforzo di più.
Lo strappo verso una nuova politica qualcuno lo dovrà pur fare ed è pura illusione sperare che arrivi da chi è ben saldo al potere o da chi quel potere lo assiste e tutela da tempo. E se questo strappo arrivasse da una compagine di sinitra, assumerebbe un significato di rilievo nazionale. Perchè arriverebbe da una città definita “rossa” – ma dai toni ben sbiaditi e macchiati – e perchè vorrebbe dire che, tra le mura dei palazzi, nelle piazze e nei vicoli di Siena torna, finalmente, a scorrere il sangue nelle vene.
