Messe le basi per costituire una nuova federazione agricola

ASCIANO. Si sperava che fosse un successo ed un successo è stato. Ma non solo di pubblico. Agricrete 2011, la fiera organizzata ad Asciano, tra l’1 e il 4 settembre, dalla Pro Loco e dal Comitato degli agricoltori locali, è stata soprattutto un successo per l’agricoltura.
Nella quattro giorni – che ha visto affiancati degustazioni di prodotti tipici e dibattiti tecnici, macchine agricole e momenti conviviali – si è parlato infatti del settore primario a tutto tondo: dall’imminente riforma della Pac e le inquietanti prospettive che essa, proseguendo il trend del ribasso dei sostegni al settore, offre agli agricoltori, alla sicurezza alimentare e alla fertilizzazione sostenibile, temi centrali per il mondo agricolo del futuro. E si è parlato anche di energie rinnovabili, come di una nuova opportunità di reddito integrativo che può affiancare, senza sostituirla, la tradizionale attività di coltivazione del fondo e di allevamento del bestiame. Dall’azienda agraria polifunzionale all’azienda agraria poliredditiuale, insomma, per offr! ire un f uturo alle decine di migliaia di famiglie che popolano, difendendola, la campagna italiana. Un tema delicato che ha portato a confronto le diverse iniziative in atto su base regionale e le differenti alternative colturali esistenti sotto il profilo agronomico, con le sue implicazioni di tipo sociale, ambientale e paesaggistico.
Il momento “clou” di Agricrete è stata però, il 3 settembre, l’attesa assemblea nazionale dei comitati spontanei degli agricoltori, il movimento che in diciotto mesi si è esteso in tutta Italia (la “costola” toscana è nata proprio ad Asciano nella primavera del 2010), mettendo in rete decine di aggregazioni e migliaia di aziende. I rappresentanti dei comitati di Toscana, Lazio, Sicilia, Lombardia, Campania e Molise, hanno deliberato di incontrarsi a Roma il prossimo 24 settembre per raccogliere altre adesioni e porre le basi per la costituzione di una nuova federazione agricola.
Un passo destinato a far rumore nel mondo dell’agricoltura nazionale ed il segnale della determinazione di una parte del mondo agricolo a dare un seguito operativo alla protesta nata l’anno scorso dal crollo dei redditi agrari e delle certezze per il futuro, in un comparto che più di tutti gli altri soffre di una mancanza di prospettive divenuta ormai cronica.
Nella quattro giorni – che ha visto affiancati degustazioni di prodotti tipici e dibattiti tecnici, macchine agricole e momenti conviviali – si è parlato infatti del settore primario a tutto tondo: dall’imminente riforma della Pac e le inquietanti prospettive che essa, proseguendo il trend del ribasso dei sostegni al settore, offre agli agricoltori, alla sicurezza alimentare e alla fertilizzazione sostenibile, temi centrali per il mondo agricolo del futuro. E si è parlato anche di energie rinnovabili, come di una nuova opportunità di reddito integrativo che può affiancare, senza sostituirla, la tradizionale attività di coltivazione del fondo e di allevamento del bestiame. Dall’azienda agraria polifunzionale all’azienda agraria poliredditiuale, insomma, per offr! ire un f uturo alle decine di migliaia di famiglie che popolano, difendendola, la campagna italiana. Un tema delicato che ha portato a confronto le diverse iniziative in atto su base regionale e le differenti alternative colturali esistenti sotto il profilo agronomico, con le sue implicazioni di tipo sociale, ambientale e paesaggistico.
Il momento “clou” di Agricrete è stata però, il 3 settembre, l’attesa assemblea nazionale dei comitati spontanei degli agricoltori, il movimento che in diciotto mesi si è esteso in tutta Italia (la “costola” toscana è nata proprio ad Asciano nella primavera del 2010), mettendo in rete decine di aggregazioni e migliaia di aziende. I rappresentanti dei comitati di Toscana, Lazio, Sicilia, Lombardia, Campania e Molise, hanno deliberato di incontrarsi a Roma il prossimo 24 settembre per raccogliere altre adesioni e porre le basi per la costituzione di una nuova federazione agricola.
Un passo destinato a far rumore nel mondo dell’agricoltura nazionale ed il segnale della determinazione di una parte del mondo agricolo a dare un seguito operativo alla protesta nata l’anno scorso dal crollo dei redditi agrari e delle certezze per il futuro, in un comparto che più di tutti gli altri soffre di una mancanza di prospettive divenuta ormai cronica.