"Il sindaco in campagna elettorale si proclamava paladino della discontinuità", scrive Giusti

SIENA. Tanto tuonò che piovve, dicevano in epoche lontane. Eppure la saggezza popolare dimostra ancora oggi di essere invulnerabile al tempo. In quella che è stata la più lunga campagna elettorale di sempre a Siena, si è parlato tanto del famigerato vincolo del 4%. Tutti che si stracciavano le vesti. Tutti che si dicevano disposti ad alzare le barricate per difendere Siena ed i senesi da un possibile “scippo” della banca più antica del mondo, colpita da un male incurabile che si chiama Malgoverno. Eppure, a poco più di un mese dalla proclamazione del nuovo Sindaco, Bruno Valentini, che si diceva pronto a battersi per mantenere la senesità della banca, accade che il vincolo del 4% venga cancellato senza colpo ferire.
“Valentini e Mancini, assieme ai consiglieri di maggioranza del Consiglio Comunale ed ai membri della Deputazione Generale della Fondazione, hanno di fatto lasciato alla mercè di Profumo e Viola il fuuro del Monte dei Paschi” asserisce il segretario comunale della Lega Nord Francesco Giusti.
“Meno male il Sindaco Valentini in campagna elettorle si proclamava Paladino della discontinuità, altrimenti chissà cosa avrebbe fatto! – commenta Giusti – Non appena siamo passati ai fatti ha gettato subito la maschera e si è inginocchiato al volere supremo del duo Profumo e Viola senza battere ciglio. Questi sono i politici a cui i senesi hanno colpevolmente riposto la propria fiducia per fare gli interessi di Siena.» Ma il Carroccio punta il dito anche contro Gabriello Mancini, reo, secondo Giusti, di sedere in una posizione che non gli spetterebbe. «Già Mancini a regola di Statuto non dovrebbe neppure essere il Presidente della Fondazione, se non altro anche solo per le minime regole meritocratiche e di preparazione, visto che da ex dipendente Asl sicuramente non è molto ferrato in materie bancarie. A questo si aggiunge che da rappresentante del maggiore azionista di riferimento, anziché dare lui l’indirizzo alla Banca, si piega alle decisioni di quest’ultima, in una vergognosa continuità con quanto è stato perfino ammesso dai massimi esponenti politici del PD, a propria discolpa, durante la bufera che ha investito il MPS, e cioè che la politica si era fatta sopraffare dalla banca! Errare è umano, ma perseverare è diablico, diceva un altro saggio.» Lo stesso vale per Mauro Marzucchi, anch’esso preso di mira dal segretario comunale della Lega. «È una strana opposizione quella di Marzucchi, dal momento che vota compatto tutti gli atti della maggioranza ed ha subito alzato bandiera bianca sul vincolo del 4%. Forse durante “l’ultima cena di Talamone” avrà avuto rassicurazioni sulle future nomine della Fondazione? Tanto a Siena funziona così: per uno che prende per il naso un’altro, ce ne sono almeno una decina che prendono per i fondelli tutti! Non si scandalizzi quindi la sinistra senese, una “piffera” non ha mai mandato nessuno al pronto soccorso, ma un tradimento del genere alla città manderà tutti al macello.»
“Valentini e Mancini, assieme ai consiglieri di maggioranza del Consiglio Comunale ed ai membri della Deputazione Generale della Fondazione, hanno di fatto lasciato alla mercè di Profumo e Viola il fuuro del Monte dei Paschi” asserisce il segretario comunale della Lega Nord Francesco Giusti.
“Meno male il Sindaco Valentini in campagna elettorle si proclamava Paladino della discontinuità, altrimenti chissà cosa avrebbe fatto! – commenta Giusti – Non appena siamo passati ai fatti ha gettato subito la maschera e si è inginocchiato al volere supremo del duo Profumo e Viola senza battere ciglio. Questi sono i politici a cui i senesi hanno colpevolmente riposto la propria fiducia per fare gli interessi di Siena.» Ma il Carroccio punta il dito anche contro Gabriello Mancini, reo, secondo Giusti, di sedere in una posizione che non gli spetterebbe. «Già Mancini a regola di Statuto non dovrebbe neppure essere il Presidente della Fondazione, se non altro anche solo per le minime regole meritocratiche e di preparazione, visto che da ex dipendente Asl sicuramente non è molto ferrato in materie bancarie. A questo si aggiunge che da rappresentante del maggiore azionista di riferimento, anziché dare lui l’indirizzo alla Banca, si piega alle decisioni di quest’ultima, in una vergognosa continuità con quanto è stato perfino ammesso dai massimi esponenti politici del PD, a propria discolpa, durante la bufera che ha investito il MPS, e cioè che la politica si era fatta sopraffare dalla banca! Errare è umano, ma perseverare è diablico, diceva un altro saggio.» Lo stesso vale per Mauro Marzucchi, anch’esso preso di mira dal segretario comunale della Lega. «È una strana opposizione quella di Marzucchi, dal momento che vota compatto tutti gli atti della maggioranza ed ha subito alzato bandiera bianca sul vincolo del 4%. Forse durante “l’ultima cena di Talamone” avrà avuto rassicurazioni sulle future nomine della Fondazione? Tanto a Siena funziona così: per uno che prende per il naso un’altro, ce ne sono almeno una decina che prendono per i fondelli tutti! Non si scandalizzi quindi la sinistra senese, una “piffera” non ha mai mandato nessuno al pronto soccorso, ma un tradimento del genere alla città manderà tutti al macello.»