Intervento di Savelli (Siena si muove)

In questo panorama di spontanea fioritura democratica associativa, merita una riflessione a sé la nascita della lista civica 53100, che si presenterà alle prossime elezioni amministrative comunali. Tale lista comprende, in larghissima maggioranza, persone molto note del mondo contradaiolo: 24 su un totale di 34, pari a una percentuale del 70% circa. L’altro 30% è genericamente ascrivibile al mondo variegato delle professioni, con presenze che appaiono a doppio filo legate a un sistema di potere che, ogni giorno di più, perde faccia e credibilità.
Non è, s’intende, la prima volta che Siena assiste a una contaminazione fra mondo politico e mondo contradaiolo. Abbiamo già visto candidature di dirigenti in carica, né mancano casi di assessori e consiglieri che, durante il mandato, detenevano incarichi contradaioli. È una commistione che il senso comune, e prima ancora il buon senso, consiglia di evitare, poiché presenta un ‘conflitto di interesse’ latente. Come non pensare che un incarico politico possa minare, o quantomeno condizionare, la capacità di autonomia nelle decisioni da assumere per conto della contrada? Come non pensare che le due forme di lealtà, alla forza politica e alla contrada, possono trovarsi a confliggere?
Con 53100 si apre però uno scenario nuovo. Colpisce qui la sistematicità, finanche platealità, dell’operazione di coinvolgimento di ex dirigenti di contrada: la lista si avvale perfino di un governatore in carica, oltre che di ex priori, ex capitani, ex mangini. È soprattutto il mondo paliesco a costituire il bacino di reclutamento.
Unico tratto comune ai nomi in lista, al di là delle generiche parole di volontà di riscossa civica che riecheggiano nella presentazione dell’iniziativa, sembra proprio essere l’appartenenza di contrada. A ben guardare si trova un secondo elemento, che tradisce la visione elitaria dei promotori: l’aver coperto cariche di vertice, quasi che i cosiddetti contradaioli semplici o quelli che sono stati ‘solo’ cancellieri, o archivisti, o deputati di seggio, o economi, possano rovinare il parterre…
La storia ci ricorda un altro periodo di commissariamento della città, il biennio 1949-1951. L’ex sindaco comunista della città Ilio Bocci, insieme al segretario della federazione socialista Bruto Puccetti e d’intesa con il Magistrato delle Contrade, promosse in quel biennio molti incontri nelle società di contrada sulla ricostruzione dell’acquedotto. Anche per questo attivismo delle sinistre il Comitato Amici del Palio, da un’azione ‘apolitica’ centrata sulla tutela e sostegno della Festa volse a un impegno molto ‘politico’, promuovendo un’assemblea intercontradaiola in vista delle amministrative del 1951. In quell’assemblea le contrade vennero chiamate a raccolta per sostenere la lista Siena Unita, nella quale confluì una DC in profonda crisi. Dietro alle parole d’ordine della coesione civica, era l’anticomunismo il collante di chi rispose all’appello.
Viene quasi da pensare che la strumentalizzazione delle contrade cada inevitabilmente sulla città, a ferirla, nei momenti in cui il confronto politico si fa più aspro e le contrade, come e più di altre forme di associazionismo cittadino, assumono gli allettanti contorni di un prezioso bacino di consenso. L’apparentemente inevitabile però non ha in realtà niente di inevitabile: sono uomini, volti, storie e ambizioni a renderlo tale.
Se un paragone con il lontano 1951 è lecito, sembra che questa strumentalizzazione parta da forze politiche in grave difficoltà d’immagine e di consenso, allora la DC, oggi un PD sempre più arroccato intorno all’ex sindaco, cui questa lista si presta a fare da puntello. Niente di esplicitato, s’intende: nessuna direzione politica precisa viene dichiarata e indicata nella presentazione della lista (c’è semmai da chiedersi cosa accadrebbe se, come molti ritengono probabile, il Partito Democratico cambiasse il proprio candidato…).
Indipendenza e autonomia gestionale costituiscono pilastri valoriali fondamentali per le contrade, sia per mantenere una serena gestione interna che per meglio delineare i tracciati di una corretta linea decisionale. Non a caso un corteggiamento diretto da parte della politica era stato evitato; e qui siamo al corteggiamento esibito.
Come non registrare con grande preoccupazione questo cambiamento di rotta da parte della politica attiva e degli stessi contradaioli presenti nella lista, dirigenti di primo livello?
La speranza è che i cittadini e le cittadine senesi, contradaioli e no, colgano il significato e la gravità di questa operazione, il suo oltrepassare un limite riassumibile in due semplici parole: giusta distanza.
Aurora Savelli – Siena si muove