
di Red
SIENA. Il MEF, primo azionista di Banca Monte dei Paschi di Siena con una quota del 70%, si prepara a vendere la sua partecipazione entro la fine del 2019, secondo quanto riporta Milano Finanza, come da accordi presi a suo tempo con le autorità europee. Anche se il Tesoro, sfruttando il recente cambiamento dei vertici delle istituzioni europee, potrebbe chiedere una deroga di almeno sei mesi. Si ipotizza però uno scenario non semplice, potendo operare attraverso una vendita all’asta che sarebbe incontrollabile nei suoi esiti, una operazione di accelerated bookbuild con un investitore di gradimento governativo o un accorpamento con una seconda banca, che potrebbe essere Carige o pezzi dei risiko delle Popolari.
Un passaggio di Sileoni (FABI) ospite a Omnibus su La7 nella mattinata di venerdì chiarisce, più di tante chiacchiere, la portata della cessione: “Chi prenderà MPS farà un grande favore al governo di turno ma soprattutto – ed è un aspetto che è spesso passato inosservato – entrerà in possesso di 50 anni veri di segreti del settore bancario in Italia, perché nel gruppo MPS è passato di tutto. Trasversalmente, è passato di tutto. Chi pensa che il Monte dei Paschi di un tempo sia il crocevia di interessi locali si sbaglia perché, e facciamo un esempio, le imprese (quelle che sono in piedi e quelle che sono fallite e in genere tutte le imprese più importanti del paese) sono state tutte finanziate da MPS.”