Il 30 ottobre e l'11 novembre evento a cura di Toscana dei lettori che da’ voce ai protagonisti della cultura contemporanea. Tra i protagonisti Fabio Genovesi e Cristina Manetti
Cristina Manetti POGGIBONSI. Tutto pronto per Poggibonsi dei lettori: giovedi 30 ottobre e martedì 11 novembre si recupera l’evento a cura di Toscana dei lettori che da’ voce ai protagonisti della cultura contemporanea.
Il progetto, firmato Associazione Wimbledon APS con la direzione di Gabriele Ametrano, col patrocinio e il contributo del Comune di Poggibonsi e la collaborazione dell’Associazione La scintilla, propone giovedì 30 novembre, alle ore 18.15, al terzo piano di Palazzo Accabì (via Carducci 1) Fabio Genovesi, che in conversazione con Elisa Tozzetti, assessora alla Cultura, Istruzione e Formazione del Comune di Poggibonsi, e il giornalista Simone Innocenti, racconterà al pubblico “Mie magnifiche maestre” (Mondadori), grande omaggio alle donne della sua famiglia.
Martedì 11 novembre, alle ore 17.30, presso Sala SET (sala conferenze) del Teatro Politeama, sul palco Cristina Manetti, ideatrice della rassegna Toscana delle Donne e autrice di “A Penelope che prende la valigia” (Giunti), romanzo epistolare dedicato a tutte le ragazze in viaggio verso una meta paritaria e degna di rispetto, libera dai vincoli della società patriarcale, in dialogo con la sindaca del Comune di Poggibonsi Susanna Cenni.
Si è deciso di rimandarlo perché “la cultura non può rimanere indifferente”, dicono gli organizzatori.

Fabio Genovesi @ Claudio Sforza
Gli incontri sono a ingresso gratuito senza bisogno di prenotazione,
info www.lacittadeilettori.it).
Con “Mie magnifiche maestre” la voce unica e inconfondibile di Fabio Genovesi ci porta in Versilia per raccontarci sua madre, sua nonna, le sue zie e le loro amiche, donne che non hanno scalato l’Everest o scoperto la penicillina, ma hanno saputo disegnare portenti che la Storia non ha registrato perché le manca la sensibilità. Donne che nelle loro vite ingarbugliate non hanno fatto grandi cose, ma hanno fatto cose grandi. E non smettono adesso che sono morte: eccole tornare nei sogni quando c’è bisogno di loro. Perché niente finisce morendo, niente sognando: tutto è sempre vero, e sempre vivo. Brucia e scintilla in queste magnifiche maestre, nelle lezioni che ci donano, e dentro di noi.
In “A Penelope che prende la valigia” una madre scrive alla figlia dodicenne e alle sue compagne immaginando di riempire una valigia di parole. Coraggio, speranza, libertà, gentilezza, allegria, immaginazione, viaggio, tenacia, compassione, futuro, generosità, cambiamento sono solo alcuni dei vocaboli che andranno a comporre il bagaglio delle ragazze perché diventino artefici del proprio destino. Il ribaltamento del mito di Ulisse in un libro di grande attualità.
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