In sala il film di Oppenheimer premiato a Venezia

testo e foto di Paola Dei
SIENA. Gran Premio della Giuria alla 71 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, The Look of Silence è arrivato nelle sale cinematografiche l’11 settembre.
SIENA. Gran Premio della Giuria alla 71 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, The Look of Silence è arrivato nelle sale cinematografiche l’11 settembre.
Di Joshua Oppenheimer con Adì Rukum, il Film documentario prodotto da: Danimarca, Finlandia, Indonesia, Norvegia, Gran Bretagna, ci offre la visione di una tragedia familiare che si sviluppa nel periodo del feroce genocidio del 1965 in Indonesia. Le purghe anticomuniste erano capaci di massacrare le loro vittime senza una ragione, ma in virtù di una obbedienza ad un potere precostituito che esimeva i carnefici da ogni tipo di emozione, rimorso o senso di colpa, calcando le orme di quella “banalità del male” di cui ci mostrò gli effetti nel suo meraviglioso saggio con il titolo omonimo Hannah Arendt.
Seguito del documentario The Act of Killing, il Film affronta ancora il tema del feroce massacro con l’occhio di un figlio a cui hanno ucciso il fratello e che cerca attraverso interviste, improvvisandosi detective, un piccolo segno di rimorso, senso di colpa, desiderio di perdono, ma che, anzi dai carnefici, di cui fanno parte anche suoi familiari, non riesce ad avere alcuna consolazione o spiegazione logica, se non una obbedienza cieca a qualcosa di insensato e una totale indifferenza anche nel narrare davanti ad una telecamera vicende efferate, quasi con esaltazione. Solo nei figli dei carnefici scorge qualche lacrima e il desiderio di perdono o rimorso. A volte sono i silenzi nei quali il ragazzo, telecamera alla mano, filma gli efferati racconti, per trovare un senso alla morte del fratello.
Denso di pietàs il modo in cui il regista ci accompagna in mezzo ad una storia terribile e assurda. Non era impresa facile ritrovare la forza, lo stupore e il susseguirsi di eventi reali e spaventosi che sembrano scritti da uno sceneggiatore di The Act of Killing, uno dei documentari meglio realizzati degli ultimi anni, ma Joshua Oppenheimer ha voluto ripercorrere le orme dello stesso soggetto e girare il suo successivo documentario intorno agli stessi avvenimenti, cambiando solo la prospettiva e la struttura. In questo Film protagonisti non sono i carnefici, che si raccontano attraverso la candida malvagità con cui rievocano atti efferati e mai puniti, ma un uomo, fratello della vittima, che decide di andare personalmente a cercare il pentimento fra gli assassini del congiunto.
Una bella indagine nell’animo umano e un documento storico che tutti dovremo conoscere.
Il regista che non ha potuto essere presente alla Premiazione ha mandato un video messaggio nel quale la gioia della vittoria si è unita al sentimento doloroso di una rievocazione attraversata con dignità e coraggio.