Martedì 12 agosto 2025, ore 21.15, Palazzo Chigi Saracini nuovo appuntamento con il Chigiana International Festival

SIENA. Il 12 agosto alle ore 21.15, le raffinate sonorità del flauto e del pianoforte risuoneranno nel Salone dei Concerti di Palazzo Chigi Saracini a Siena, sede storica dell’Accademia Chigiana. In programma SONATINE, concerto che vede protagonisti il flautista Matteo Cesari e il pianista Anton Gerzenberg, nell’ambito del Chigiana International Festival & Summer Academy “Dérive”.
La serata rientra nell’ampio e articolato focus che l’Accademia Chigiana dedica quest’anno a Pierre Boulez (1925–2016), in occasione del centenario della nascita del grande compositore francese. Il concerto si propone come una profonda riflessione sull’eredità musicale di una delle figure più influenti del secondo Novecento, esplorando la relazione dinamica tra flauto e pianoforte attraverso una pluralità di linguaggi e forme. Un autentico viaggio nella modernità, tra le trame sonore della musica del XX secolo, francese e non solo.
A guidare questo affascinante itinerario musicale sarà il flautista Matteo Cesari, artista e ricercatore tra i più brillanti della sua generazione. Nato a Bologna nel 1985, Cesari ha fatto della musica del nostro tempo il centro della sua ricerca interpretativa, distinguendosi come solista nei più importanti festival internazionali. Il suo percorso di formazione lo ha portato a Parigi, dove ha conseguito un dottorato con lode presso il Conservatorio Superiore e la Sorbona, con una tesi dedicata all’interpretazione del tempo. Vincitore di prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Kranichsteiner Musikpreis di Darmstadt, è una presenza costante all’Accademia Chigiana, dove partecipa come musicista in residence ai corsi di composizione tenuti da Salvatore Sciarrino.

Anton Gerzenberg. Foto di Roberto Testi
Al suo fianco, al pianoforte, Anton Gerzenberg, giovane talento già applaudito in questi giorni al Festival. Nato ad Amburgo nel 1996, Gerzenberg si è imposto all’attenzione internazionale con la vittoria del Concorso Géza Anda di Zurigo nel 2021. Dal 2022 è “Great Talent” al Wiener Konzerthaus, che lo ha scelto per un biennio di residenza artistica. Pianista versatile e appassionato, è riconosciuto per la profondità del suo repertorio, che spazia con naturalezza dai classici alla musica contemporanea, sempre sostenuto da un tocco tanto virtuoso quanto sensibile. Lo scorso giugno, il suo talento è stato premiato con il Martha Argerich Steinway Prize.
Il programma propone un dialogo raffinato tra flauto e pianoforte, strumenti dai timbri contrastanti eppure sorprendentemente complementari, capaci di dar vita a un paesaggio sonoro denso, stratificato, in continuo movimento. Più che seguire un ordine cronologico, la scelta dei brani disegna una mappa di corrispondenze e affinità, tessendo una trama ideale che riconduce ciascun compositore al pensiero e alla figura di Pierre Boulez. Una riflessione musicale sul tempo, sulla memoria e sulla trasformazione della forma.
Cuore della serata saranno tre capolavori assoluti di Pierre Boulez, autentici capisaldi del suo catalogo compositivo e della musica del XX secolo. Due di questi – Douze Notations (1945) e Incises (1994/2001), entrambi per pianoforte solo – rappresentano momenti cruciali della sua evoluzione artistica. Le Douze Notations, scritte quando Boulez aveva solo vent’anni, sono dodici brevi miniature definite un vero e proprio “quaderno di laboratorio”: ciascun frammento contiene spunti germinali che l’autore svilupperà decenni dopo in complesse architetture sinfoniche. Con Incises, scritto inizialmente come pezzo d’obbligo per il Concorso pianistico Concorso Pianistico Internazionale Umberto Micheli di Milano (eseguito per la prima volta al al Teatro alla Scala dai finalisti del concorso, Gianluca Cascioli, primo premio e Jérôme Ducros, classificatosi secondo), poi rielaborato in due successive versioni, Boulez costruisce una sequenza di blocchi sonori contrastanti, scanditi da incisivi giochi ritmici e timbrici, nel segno della variazione e della memoria.
Tra questi due estremi, la celebre Sonatine per flauto e pianoforte (1946–49), dà il titolo alla serata. In questo brano, Boulez reinterpreta i principi del serialismo di Schönberg all’interno di una forma solo apparentemente tradizionale. Il risultato è un campo di sperimentazione sonora in cui, all’interno di un unico movimento fluido, con bruschi cambi di tempo, i due strumenti si inseguono e si sfidano, spinti oltre ogni gesto convenzionale.
A seguire, il programma si apre a un affascinante attraversamento del Novecento musicale, con quattro opere che dialogano a distanza con l’estetica di Boulez. Si comincia con le Six Épigraphes Antiques di Claude Debussy, composte nel 1914: sei brani brevi e delicati, nati per pianoforte a quattro mani e spesso eseguiti nella trascrizione per flauto e pianoforte. Con la loro scrittura evanescente e raffinatissima, questi pezzi evocano un mondo arcaico e immaginario, tra suggestioni dell’antichità e colori impressionisti. Nonostante la distanza generazionale, Boulez riconosceva in Debussy un precursore della modernità, capace di aprire nuove vie alla libertà formale e timbrica. Sotto la superficie leggera di queste Épigraphes si cela infatti una complessità strutturale che continua a stupire per modernità e inventiva.
Protagonista successivo sarà Olivier Messiaen con Le merle noir (1952), un’opera commissionata dal Conservatorio di Parigi che incarna due elementi fondamentali della sua poetica: il colore e il canto degli uccelli. In questo brano, il flauto diventa voce e trascrive con maestria il richiamo del merlo nero, trasformandolo in un flusso musicale imprevedibile e vivo. Il pianoforte costruisce un ricco paesaggio sonoro, ricamato di sfumature cromatiche e ritmiche, che accompagna e dialoga con il volo melodico dello strumento a fiato.
Dal cuore della Francia musicale del Novecento, il programma si sposta in Inghilterra con Nataraja (1983) di Jonathan Harvey (1939–2012), tra i più grandi compositori della seconda metà del XX secolo. Legato all’IRCAM di Boulez e tra i pionieri dell’integrazione tra musica elettronica e pensiero orientale, Harvey trae ispirazione in questo brano dalla mistica induista e dalla figura di Shiva danzante. In Nataraja, il dialogo tra flauto e pianoforte assume un respiro contemplativo: il flauto disegna arabeschi melodici, meditativi, mentre il pianoforte intesse uno sfondo armonico rarefatto e sospeso. Il risultato è una danza interiore, più evocata che udita, in cui suono e silenzio si intrecciano con eleganza e profondità.
Il programma si conclude con Soubresauts (2020), per flauto solo, estratto dal concerto per flauto e orchestra Saccades del compositore francese Philippe Manoury, erede autorevole della lezione bouleziana e già ospite di questa edizione del Chigiana International Festival. Il titolo, che significa “sobbalzo” o “scatto improvviso”, anticipa il gioco con l’idea di discontinuità. La scrittura è frammentaria ma rigorosamente organizzata, con momenti di silenzio alternati a esplosioni di energia, invitando l’ascoltatore a seguire un discorso che si costruisce nella sua instabilità, in sintonia con il tema “Derive” del Festival.
Il concerto è realizzato con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Institut français Italia e con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea.
Biglietteria e informazioni – I biglietti potranno essere acquistati on-line sui siti www.chigiana.org o www.TicketOne.it e presso le Biglietterie di Palazzo Chigi Saracini; il giorno del concerto la vendita proseguirà presso le rispettive sedi, a partire da due ore prima dello spettacolo. Per informazioni: tel. 0577-220922 oppure via e-mail: biglietteria@chigiana.org
Il testo si avvale del contributo musicologo di Martina Palilla.
Programma
12 agosto 2025
Palazzo Chigi Saracini
ore 21.15
SONATINE
MATTEO CESARI flauto
ANTON GERZENBERG pianoforte
Pierre Boulez Incises, per pianoforte
Pierre Boulez Sonatine, per flauto e pianoforte
Pierre Boulez Douze Notation, per pianoforte
Olivier Messiaen Le merle noir, per flauto e pianoforte
Claude Debussy Six Épigraphes Antiques, per flauto e pianoforte
Philippe Manoury Soubresauts, per flauto solo
Jonathan Harvey Nataraja, per flauto e pianoforte
Pierre Boulez 100
Il concerto è realizzato con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Institut français Italia e con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea