Iniziativa presso la libreria di via Borgo Marturi

Mario Luzi occupa un posto particolare nella famiglia dei cosiddetti ermetici (ovvero ‘chiusi ermeticamente’, riferisce al tipo di poesie da lui scritte, ovvero ermetiche, dalla difficile comprensione del significato) e, insieme a Piero Bigongiari e a Alessandro Parronchi, si può dire che costituisca il culmine dell’ermetismo fiorentino.
La prima apparizione di Luzi avvenne alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze dove scelse l’affiatato circolo di quel momento composto da alunni e professori che si ritrovavano per parlare e discutere senza che si avvertisse la questione degli anni o della educazione. Un clima serio e sereno al quale il giovane e timido Luzi partecipava. Luzi viveva a quei tempi in famiglia ed era arrivato alla letteratura che aveva avuto partita vinta sulla sua prima scelta universitaria, la Facoltà di Legge.
Il tema che domina nella poesia di Luzi è quello della celebrazione drammatica della autobiografia dove viene messo in risalto il drammatico conflitto tra un “Io” portato per le cose sublimi e le scene terrestri che gli vengono proposte.