Saranno presenti la regista Speranza e il protagonista Monazzami

SIENA. Domenica 19 ottobre alle ore 18 presso la Limonaia del Giardino Segreto del Polo Civile del Tribunale di Siena, si terrà la proiezione di STAI FERMO LÌ nella versione integrale di 60 minuti. Il documentario è ancora iscritto ai festival, la proiezione è privata e in anteprima.
Regista del documentario, la giornalista Clementina Speranza, che ha recentemente vinto il Premio USSI 2025 (Unione Stampa Sportiva Italiana) proprio per questa pellicola nella quale sono presenti 3 episodi che riguardano lo sport: 2 il calcio e uno il badminton.
La presenza in sala della regista e del protagonista, Babak Monazzami, sarà occasione di dialogo e approfondimenti.
STAI FERMO LÌ è un documentario con taglio giornalistico in cui il giovane persiano, Babak Monazzami, racconta parte della sua vita. Vuole vivere come un giovane occidentale ma questo gli comporta molti problemi, fino a costringerlo alla fuga dall’Iran. È l’Italia il Paese che sceglie. È a Milano che inizia la sua nuova vita, ed è finalmente felice: è iscritto all’Università, realizza anche un video musicale con la cantante italiana Giusy Ferreri, fa il traduttore per la Commissione Territoriale e per il Tribunale di Milano. Ma anche da Milano sarà costretto ad allontanarsi.
Per un errore della Polizia tedesca viene trattenuto per 2 anni in un campo di rifugiati, anche se era già rifugiato politico in Italia. Si parla quindi di Diritti Umani violati, prima in Iran e poi in Europa, in Germania. Dove purtroppo ancora oggi Babak è vessato, ostacolato e costretto a restare Fermo lì.
Babak è un poliedrico artista, esperto di geopolitica, naturopata e parla 6 lingue. In sala ci sarà “la donna Sasanide”, una tela da lui dipinta. Numerosi sono i dipinti di Babak che si avvicendano come scenografia e tra i racconti del documentario. “Per questo ai Festival abbiamo portato alcuni suoi quadri, protagonisti, insieme a Babak, come se venissero fuori dal documentario – precisa Clementina Speranza -. Anche la copertina del documentario è opera sua. Un dipinto che rievoca un tappeto persiano con al centro i tratti a matita che delineano il volto del protagonista. In rosso e verde su fondo bianco (i colori della bandiera Iraniana) alcuni versi di una poesia persiana che parla di libertà.
Il documentario ha già vinto diversi riconoscimenti. È stato premiato come Miglior Film Cinemigrare, all’interno della X edizione di Via dei Corti, il Festival Indipendente di Cinema Breve. È stato sottotitolato in inglese, francese e anche coreano perché è volato fino in Sud Corea al Museo di Arte moderna di Ulsan. Ha vinto tra gli altri, il Premio per la Pace rilasciato dall’Ambasciata Svizzera In Italia all’interno del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli e in sala saranno proiettati i trailer degli altri film che hanno vinto il Premio per la Pace: SHALOM-SALAAM–PEACE di Alexia Tsouni (Grecia), ÇERX di Metin Ewr (Turchia), EN CAMINO di Isabella Cortese, Federico Fenucci, Giuditta Vettese (Italia). I film premiati sono di lunghezze e tematiche differenti, ma tutti uniti da comune denominatore: il messaggio di pace.
L’evento è organizzato da Aria Verde Camollia 85.