Il duo Costa-Calabresi convincente in Nuda proprietà di Ravera

SIENA. “Fermi nel presente senza pretese di eternità”, “non prendo la parte per il tutto, è il tutto che mi interessa”: con queste parole Iris, la protagonista della commedia, dichiara a Carlo il suo amore e la volontà di affrontare insieme le grosse difficoltà legate alla malattia di lui. Tutto inizia con divertente leggerezza, anche per quel modo rapido e spumeggiante di parlare di Lella Costa, che imprime alla donna sessantenne, che interpreta, una forte vitalità ed ironia, nonostante le sue crisi ipocondriache ed il terrore di finire in miseria; per questo vende la nuda proprietà del proprio appartamento. Lui, forse più giovane, psicanalista sfrattato e separato da venti anni, accoglie la proposta di Iris di trasferire il suo studio nella casa di lei e, nonostante la sua iniziale diffidenza, rimane conquistato dalla intelligenza e dalla carica vitale della donna. Lei lo investe con i suoi problemi, visto che è uno psicanalista e lo coinvolge con impeto nella sua vita, rivelandogli cose che forse non avrebbe mai detto ad altri: la bravura di fingersi vecchietta gravemente malata, che trema e sbava e quindi ha poco da vivere, pur di vendere a buon prezzo la nuda proprietà della sua abitazione. Ecco che prorompe una vena comica dalla recitazione di Lella Costa, che ne fa un’attrice sicuramente poliedrica: dai suoi monologhi teatrali risulta brillante, ironica, ma le sue imitazioni della “vecchietta ad un passo dalla morte” sono garbatamente esilaranti. Nonostante Carlo, interpretato da un bravo e convincente Paolo Calabresi, capace di allontanarsi dalle apprezzate perfomance televisive delle “Iene”, scopra di essersi ammalato gravemente, la leggerezza della loro convivenza non viene meno. La frase iniziale “fermi nel presente senza pretese di eternità” comunica tanti siginificati: unire la propria fragilità e paura per vivere insieme quello che rimane possibilmente in allegria, anche perché nel frattempo è nato un forte sentimento. Considerando che l’autrice del testo è Lidia Ravera, famosa negli anni Settanta per un testo allora ritenuto scandaloso “Porci con le ali”, scritto insieme a Marco Lombardo Radice, le intenzioni comunicative non si limitano a togliere l’età anagrafica ad un sentimento importante come l’amore, ma formulano un binomio: amore come libertà di scelta. Un amore un po’ diverso da allora, non più solidamente ancorato alla realtà fatta di carne di Rocco e Antonia; infatti la pièce finisce con l’affermazione di Iris “non prendo la parte per il tutto, è il tutto che mi interessa”, quando Carlo le comunica che la sua malattia potrà privarlo delle sue potenziali sessuali.
Lo spettacolo, della durata di un’ora e mezza, è prodotto da La Contemporanea/Mismaonda ed è diretto da Emanuela Giordano.