Una denuncia sulla distruttività della guerra

di Paola Dei
SIENA. Dall’11 settembre al cinema il film “Le due vie del destino”, regia di Jonathan Teplitzky con Colin Firth, Nicole Kidman, Jeremy Invine, Stellan Skarsgard, prodotto in Australia e Gran Bretagna. Nell’Inghilterra del 1980, Eric Lomax, uomo ossessionato dagli orari dei treni, conosce proprio in un treno Patti e immediatamente si innamora, ricambiato, di lei. I due si sposano ma i problemi iniziano fin dalla prima notte di nozze, quando Eric in preda agli incubi rifiuta di raccontarne alla moglie il contenuto che riconduce il pensiero dell’uomo al 1942, anno in cui Winston Churchill dichiara la resa della città-stato ai giapponesi. Molti soldati britannici vengono costretti, come prigionieri, a lavorare sulla ferrovia che dovrà collegare Bangkok a Rangoon ma le condizioni climatiche e geografiche in cui sono costretti, ne sterminerà più della metà. Per questo motivo il tratto della ferrovia verrà denominato “ferrovia della morte”. Fra gli operai c’è Eric con il suo gruppo che detenuto nella caserma di Kempeitai, subisce ogni sorta di tortura.Negli anni successivi l’esperienza subita lascia nell’uomo incubi terribili nei quali emerge soprattutto la figura del suo peggiore aguzzino: un poliziotto giapponese.Patti, con il desiderio di liberare il marito, spingerà Eric a riannodare i fili di un passato tanto doloroso.
Tratto dal romanzo autobiografico The Railway Man, scritto dallo stesso Eric Lomax, divenuto un best seller internazionale, il film si avvale della totale partecipazione emotiva di Colin Firth e procede con la struttura del grande cinema di guerra. Eroi ed antieroi della quotidianità in lotta per la dignità.
Con musiche di grande impatto emozionale il Film è una denuncia alla distruttività della guerra ed al potere dell’uomo sull’uomo mentre il senso dell’onore, la fedeltà ai propri ideali, il potere salvifico dell’amore si uniscono alla capacità di resistere dell’essere umano per rompere silenzi di cui nessuno parla,