
di Erica Nencini
SIENA. Tra date, grandi editti, nomi di battaglie vinte con valore e famose disfatte, si snoda una storia più segreta e molte volte taciuta nei libri: la storia degli uomini. Se talvolta la memoria dell’uomo si smarrisce tra le pieghe del tempo, altre volte ricordare diviene un imperativo morale e allo stesso tempo un bisogno. Nel centenario della ricorrenza della Prima Guerra Mondiale si è risvegliata in tutta l’Europa questa necessità da cui sono fiorite numerose iniziative a cui anche Siena ha dato il suo contributo.
La Nibile Contrada del Bruco, il giorno 15 aprile alle ore 18:00, presso il museo di contrada, presenterà il libro “Il Bruco negli anni a cavallo della guerra del quindici diciotto”, nell’ambito di una serata interamente dedicata al ricordo del conflitto e di chi ne prese parte.
“Tutto è cominciato quando io e Nicoletta Santoni abbiamo deciso di scrivere un articolo per “Il Barbicone”, il giornale della Contrada del Bruco. All’inizio non pensavamo di avere tanto materiale riguardante la Contrada e i contradaioli durante la Grande Guerra, invece scavando in archivio abbiamo ritrovato le ricevute del monumento ai caduti della Contrada. Poi saltarono fuori anche le fotografie dei brucaioli caduti. Proprio partendo da questo materiale abbiamo deciso di approfondire le vite dei quattordici caduti, con lo scopo di riportare alla luce le loro storie e poterle raccontare”, così ci spiega Luca Andreini, archivista della Nobile Contrada del Bruco. Il progetto trova subito l’appoggio della Contrada, e ben presto anche quello di Stefano Nencini, appassionato e studioso della Prima Guerra Mondiale che si dedica, partendo dai documenti forniti dalla Contrada del Bruco, a ricostruire la storia militare dei caduti. Il progetto si fa più ambizioso e pian piano l’interesse si sposta anche sulla città e su come la vita di Siena cambiò durante la guerra. “Durante la guerra le contrade vennero chiuse e forse, dando una lettura semplicistica di questo periodo storico, si può pensare che l’istituzione della contrada cessò improvvisamente di esistere. Invece no. Abbiamo scoperto che le contrade a Siena rimasero attive e si impegnarono nel dare aiuto sia a quei sindacati che mandavano aiuti al fronte per i militari, sia nell’accogliere i profughi istriani. È stata una sorpresa scoprire questi particolari!”, continua a raccontarci Luca.
Mentre il progetto cresce, sempre più persone della Contrada si lasciano coinvolgere, come Luca ci dice entusiasta: “Mandammo una mail all’inizio del lavoro, chiedendo alle famiglie del Bruco se avessero fotografie, lettere o qualsiasi altro materiale dei loro parenti che avevano preso parte alla guerra e se volevano condividerlo: hanno risposto in diciotto famiglie. Io mi aspettavo appena la metà, invece sono rimasto sorpreso dalla grande partecipazione. In molti si sono messi in gioco scrivendo di proprio pugno la storia dei loro avi. A loro si sono aggiunti anche un gruppo di ragazzi più giovani che, incuriositi dal progetto, hanno deciso di aiutarci curando il montaggio di un video. ”.
Anche l’Onorando Rettore della Nobile Contrada del Bruco, Fabio Pacciani, si è espresso positivamente sul risultato finale: “Tutto è partito da una riflessione sul nostro monumento ai caduti, uno dei più significativi nell’ambito degli oratori di Contrada, nonché il primo, per poi spostarsi sulla contrada e su Siena. La contrada tiene molto alla memoria e in fondo quello che deve fare una contrada è proprio questo: recuperare la propria storia e raccontarla alle nuove generazioni. Reputo assolutamente di grande valore il contributo delle famiglie e, nella loro tragicità, bellissime le storie che hanno rispolverato. Sono molto orgoglioso di questa pubblicazione, la sento nostra, e sono convinto che abbia un valore aggiunto: non è solo commemorativa, ma è un vero e proprio studio di ciò che la contrada era durante la guerra e di come i familiari vivevano il rapporto con i loro cari al fronte; ed è anche un lascito a tutti coloro che vorranno approfondire questo tema”.