Lo spettacolo sarà offerto alla cittadinanza da Ipazia Promos in occasione della Giornata mondiale del teatro

SIENA. Il 27 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Teatro. Per protesta ai tagli alla Cultura del Governo, molti teatri hanno deciso di non andare in scena, partecipando alle Giornate Nazionali per la Cultura e lo Spettacolo (26, 27 e 28 marzo, promosse da Federculture con Anci, Fai, Conferenza delle Regioni e Agis). Ipazia Promos celebra la Giornata e la Cultura offrendo alla città di Siena la rappresentazione teatrale “Il sogno di Ipazia”, di Massimo Vincenzi, con Francesca Bianco, attrice, per la regia di Carlo Emilio Lerici, con ingresso gratuito, domenica (27 marzo) alle ore 18.00, nella Sala del Pellegrino del Santa Maria della Scala.
Ipazia (375 – 415 d. C. circa), filosofa, matematica, astronoma, fu maestra della Biblioteca d’Alessandria d’Egitto, succedendo al padre Teone. Seppur relegata per secoli nell’angolo buio del racconto storiografico, Ipazia fu esempio eccellente di virtù intellettuali e morali, e “martire della conoscenza”, nell’estremo sacrificio al servizio della verità e della ragione.
Dopo la morte di Ipazia, gli allievi lasciarono Alessandria e la città perse definitivamente il suo ruolo propulsore di centro culturale. La sua efferata uccisione, per mano di fanatici cristiani, fu l’inizio di una storia raccontata “al maschile”, e forse, anche dell’espulsione della ragione nella costruzione della società umana.
Lo spettacolo racconta l’ultimo giorno di vita di Ipazia. Dal risveglio, al mattino, all’uscita di casa per recarsi alla scuola, fino all’aggressione e alla morte. La narrazione è intervallata dal ricordo della sua impresa “disperata”, di tentare di salvare la biblioteca di Alessandria.
Al ricordo di Ipazia si alterna la voce, sempre più veemente, dell’autorità politica e religiosa. Dal primo editto di Teodosio del 380 d.C. agli anatemi del vescovo Cirillo.
Per la parte relativa ad Ipazia, la narrazione, pur fedele alla documentazione storica, è stata in gran parte liberamente reinventata. Per la parte relativa all’autorità politica, i testi sono tratti dai quattro editti teodosiani. Infine, per la parte relativa al vescovo Cirillo, sono stati utilizzati frammenti dei suoi discorsi liberamente riadattati, adottando come guida le testimonianze storiche.
“Il sogno di Ipazia” ha superato le cento repliche nel solo anno 2010.
Ipazia aveva un sogno: trovare nell’intelligenza, nella ragione, nella curiosità intellettuale, nella conoscenza, nella ricerca scientifica, l’arma disarmata e disarmante per assicurare al mondo la pace e la fiducia nell’umanità.