Il 28 novembre in scena “Sempre fiori mai un fioraio”, storia della vita dell’artista fiorentino ricavata da decine di conversazioni avvenute tra i due in una storica trattoria romana
strabioli camerino POGGIBONSI. “Sarà come andare a pranzo con Paolo Poli, come ho fatto io per almeno trenta volte, tra uno spaghetto, una macedonia, un bicchiere di vino e un caffè”.
Pino Strabioli sarà a Poggibonsi, al Teatro Politeama, venerdì sera, 28 novembre, alle 21, in “Sempre fiori mai un fioraio”. Lo spettacolo teatrale nasce da una lunga serie di pranzi con Paolo Poli, ripetuti nell’arco di due anni a Roma, ogni volta alla stessa ora, mezzogiorno, in una storica trattoria di piazza Sforza Cesarini, vicino a via del Governo Vecchio, nel rione Ponte, dove viveva l’attore fiorentino.
“Portavo con me un piccolo registratore – racconta Strabioli – che lui chiamava ‘la piccola ladra’ e non voleva assolutamente vedere, così lo nascondevo sotto una salvietta e registravo tutto quello che mi raccontava. Poi una volta a casa, sbobinavo e scrivevo”.
Nel libro, “Sempre fiori mai un fioraio”, è riassunta la vita così come l’ha raccontata a Strabioli questo attore, regista, affabulatore eccezionale che era Paolo Poli.
“Dentro ci sono la sua infanzia, la mamma, il papà, le sorelle, la famiglia, gli anni della guerra, i suoi incontri, il teatro, Pasolini, Laura Betti, tutto, fino al tema della morte e della vecchiaia”.
“Quando glielo feci leggere – continua Strabioli – lui lo benedisse e mi diede il permesso di pubblicarlo. Dopo qualche anno (lui se ne è andato nel 2016), nel 2020 in pieno Covid, ero al Festival del Cinema e della Televisione di Benevento e mi chiesero di fare qualcosa. Erano i tempi del distanziamento sociale, delle mascherine. Ho letto il libro per una cinquantina di persone ed è stato molto apprezzato. Così è nata l’idea dello spettacolo. Qualche tempo dopo, al teatro Sala Umberto, è venuta Lucia Poli, la sorella. Ha detto, è bello. Questo era mio fratello”.
Lo spettacolo, dice Strabioli, è molto semplice. “Ci sono io, una fisarmonica, un leggìo. E i nostri pranzi, e tutto quello che era lui, con la sua profonda cultura, ma anche lo sghignazzo, i graffi”.
Quanto è difficile far rivivere Paolo Poli?
“Farlo rivivere è impossibile – dice Strabioli – ma raccontarlo nel modo che ho scelto, anche se non vorrei apparire presuntuoso, non lo è. L’ho spogliato della complessità della sua storia di intellettuale, attore, rivoluzionario, tutto quello che lo ha reso un monumento del Novecento. Ma dal mio punto di vista, incontrandolo, l’ho reso umano. Come ho fatto? Bussando al suo camerino per chiedergli un’intervista per L’Unità. Durante la mia infanzia ascoltavo Pinocchio, e lui per me era solo una voce. Poi, è diventato volto, fisicità. Quando facevo Uno Mattina mi ha chiesto di interpretare Gulliver con lui a teatro, nella sua versione del capolavoro di Jonathan Swift, e così sono entrato in quella scatola magica. Più tardi anche io l’ho portato in una scatola, la televisione, “una scatola orrenda” come la chiamava lui, lavorando insieme al ciclo dei vizi capitali in otto puntate.
Ora Strabioli lo porta a teatro. “Sono contento di aiutare anche le nuove generazioni a scoprirlo, così sfrontato, profondo ma anche accogliente e mai giudicante. Unico, un genio. Lui che si lamentava: Mi annoiano tutti, la sera quando non recito sto con Dante. È l’unico che mi capisce”.
Lo spettacolo, prodotto da Alt Academy Produzioni, vede sul palco, con Strabioli e il suo leggìo, Marcello Fiorini alla fisarmonica. I video sono di Edoardo Paglione.
L’evento di venerdì rappresenta un doppio omaggio a Paolo Poli, in quanto celebra anche quanto avvenne venti anni fa a Poggibonsi, il 17 settembre del 2005, quando il Politeama riaprì, ricostruito e ristrutturato nella forma attuale, e lo fece proprio con una sua commedia ispirata alle “Favole” di Perrault.
Info e biglietti su: www.politeama.eu
Anche “Sempre fiori, mai un fioraio” rientra nell’offerta del cartellone trasversale Discipline(s), un progetto multidisciplinare che parla attraverso i linguaggi della prosa, della musica e della danza. Il Ministero della Cultura dal 2021 riconosce Fondazione Elsa/Politeama come organismo di programmazione, finanziato con il contributo del Fondo Nazionale Spettacolo dal Vivo.






