Una riscrittura originale "firmata" da Giovanni Testori

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CHIUSI – Su un palcoscenico di fortuna, è da supporre in qualche quartiere non proprio “bene” di Milano, un Maestro, capocomico all’antica, si affanna a far interpretare a un gruppo di attori comicamente scalcagnati nientemeno che il capolavoro di Manzoni. Così iniziano I promessi sposi alla prova, testo con cui nel 1984 Giovanni Testori, dopo le riscritture da Shakespeare e da Sofocle, approda a questo inevitabile traguardo presentato al teatro Mascagni di Chiusi domenica (10 marzo), ore 21.15.
A differenza delle sue reinvenzioni “scespiriane”, sin dal titolo segnalate da una deformazione linguistica (L’Ambleto, Macbetto), in questo caso resta intatta, quasi fosse intangibile, la formula manzoniana; vi si aggiunge solo la specificazione: “alla prova”. In queste due parole sta non solo l’indicazione che il romanzo verrà spinto nel territorio del teatro; ma tutta l’immensa portata dell’intera opera, e forse dell’intera vita, di Testori. La verifica dei propri amori, delle proprie passioni umane e culturali: mettere alla prova… Con questo spettacolo Tiezzi affronta insieme Testori e Manzoni, al fine di dire anche una parola non retorica ma che parta dal basso, una parola relativa al centocinquantesimo anniversario dell‘Unità d’Italia, quella unità che Manzoni contribuì a creare dal punto di vista linguistico-letterario, innestando la tradizione lombarda in quella toscana. Unità della lingua come unità di una nazione: la cultura non è qualcosa di separato dalla storia ma la determina. Questo “Promessi sposi” è di Giovanni Testori. Regia di Federico Tiezzi con Francesco Colella, Marion D’Amburgo, Elena Ghiaurov, Sandro Lombardi, Alessandro Schiavo, Caterina Simonelli, Massimo Verdastro, Debora Zui. Si tratta di un aproduzione Caompagnia Sandro Lombardi, Teatro Metastasio-Statile della Toscana, Teatro Stabile di Torino.