
POGGIBONSI. I ragazzi di PoggibonsiPuò organizzano, in collaborazione con Anpi e La Scintilla, “Gli occhi di Avesta. Un incontro sulla lotta dei curdi e canti per la nostra libertà”. Venerdì 10 Gennaio 2020, sala dell’amicizia nei locali della chiesa di San Giuseppe a Poggibonsi, ore 21:00.
Le vicende sui giornali e nei mass media hanno un tasso di mortalità precoce preoccupante. Nascono e muoiono in tempi rapidi. Si accumulano, si sovrappongono, si confondono nell’immaginario collettivo della gente in modo drammatico. A volte ritornano, ma ne parliamo come se fossero salme che tornano a vivere, per poi di nuovo morire. Vengono sepolte, dissotterrate, poi di nuovo sepolte. Le confondiamo: un giorno parliamo di un argomento, il giorno dopo siamo subito in apprensione per altre questioni, così il giorno ancora successivo. Dell’argomento del primo giorno nessuno ricorda più nulla e le nostre vite vanno avanti lo stesso. Sottolineo “le nostre”, non tutte infatti. Come potremmo affermare che il popolo curdo abbia continuato a vivere come prima dopo l’aggressione turca,o meglio del tiranno Erdogan ? In un certo senso potremmo: poco cambia infatti per un popolo in guerra, in cerca della propria libertà, ormai da anni. Poco cambia prima combattere con un nemico, poi un altro, poi un altro ancora. La sofferenza è sempre tale e sempre orribile. Ancor di più se quello che combatti è un oppressore, ancor di più se ciò per cui combatti è la tua libertà. Della questione curda ne abbiamo parlato per giorni. Un’aspettativa di vita quindi superiore a quella che ci si sarebbe aspettati. È comunque drammatico: queste vicende non si protraggono certo da poche settimane. La situazione “in quella parte di mondo là” (come verrebbe da pensare) ha radici più profonde, una storia molto più antica e purtroppo un orizzonte di pace che continua ad essere inesorabilmente lontano. Ma forse quel barbaro gesto ha scosso qualcosa nell’opinione pubblica. Una questione che a pochi avrebbe scaldato il cuore prima (e ciò si aggiunge ai fattori di drammaticità) ora invece ha tutta un’altra risonanza. Ma è vero che stiamo per dimenticarla, ancora, un’altra volta. Non deve succedere e non può succedere. Ci siamo chiesti come fare, che cosa effettivamente potevamo fare. Ecco com’è nata l’idea. Occorreva veicolare un messaggio e che questo messaggio rimanesse impresso. Non sarebbe bastata un’iniziativa qualunque, non sarebbe bastato continuare a leggere sui giornali ciò che sta accadendo sul confine turco-siriano. Serviva coinvolgere le persone e stimolarle nei mezzi più forti che potevamo usare: racconti che parlassero alla testa e canzoni che comunicassero con il cuore. Serviva la musica, servivano le emozioni. Serviva tutto questo e Marco Rovelli l’aveva, con un concerto. L’abbiamo contattato e in pochi giorni abbiamo organizzato questo evento.
RECENSIONE DI ROBERTO SAVIANO: “Marco Rovelli è musicista, scrittore, poeta e studioso capace di sviscerare i fatti per rendere un affresco fedele al suo tempo, ma anche e soprattutto capace di trascenderlo, di superarlo. E quando la realtà si trasforma in letteratura, quando la vicenda di una donna diventa materia per un romanzo, la sua storia e la sua lotta si fissano indelebili nella nostra attualità, anche se i giornali non ne parlano più, anche se le televisioni trasmettono altri, anche se dei curdi sentiremo parlare solo quando il PKK rivendicherà nuovi attentati. Rovelli ha dato voce a una storia e così facendo l’ha destinata a diventare parte della Storia.”