Si tratta di una rara e preziosa testimonianza della scultura senese, in legno dipinto, attribuibile a Neroccio di Bartolomeo de’ Landi. Entrerà nel catalogo del museo

SIENA. Grazie alla nuova iniziativa targata associazione “Amici della Pinacoteca Nazionale di Siena”, un capolavoro della scultura senese del Quattrocento sarà restaurato e quindi visibile nei locali della Pinacoteca unitamente alle più importanti opere della nostra arte medievale. Parliamo di una rara e preziosa testimonianza della scultura senese, in legno dipinto, un inedito attribuibile a Neroccio di Bartolomeo de’ Landi, casualmente rinvenuto a Siena nell’antico Ospedale di San Lazzaro, oggi residenza privata, lungo la Via Francigena fuori Porta Romana. La conferenza di presentazione del restauro è fissata per mercoledì 28 maggio, ore 12, in Pinacoteca.
L’opera è stata attribuita a Neroccio di Bartolomeo de’ Landi da Gloria Galli Muzi, con le conferme dei professori Alessandro Bagnoli e Gianluca Amato dell’Università degli Studi di Siena. I proprietari hanno dato l’assenso a depositare in Pinacoteca l’opera per 15 anni a fronte del restauro, finanziato in ugual misura dall’associazione Amici della Pinacoteca e dai Musei Nazionali di Siena sui fondi del lascito degli eredi del Prof. Michele Cantucci. Il restauro è stato affidato allo studio DF 14 di Debora Fagiani di Roma e si svolge nel laboratorio della Pinacoteca. La fine dei lavori è prevista per la fine di giugno. 

La scultura, che dalla lettura dei segni iconografici dovrebbe raffigurare un santo martire, ritrae un giovane santo imberbe con i capelli riccioluti ridipinti di biondo e un incarnato olivastro dovuto forse ai viraggi delle vernici. Indossa un abito semplice lungo fino al ginocchio, color blu di Prussia, e un mantello di un marrone ruggine, con la fodera rossa e i profili bordati di giallo ocra, che lo copre dalle spalle ai polpacci. Di giallo ocra è anche l’unica lineare decorazione della veste blu, lungo il profilo superiore. L’intaglio in esame evidenzia i caratteri tipici di una scultura senese del Rinascimento, trovando stringenti punti di contatto con la produzione di Neroccio di Bartolomeo de’ Landi. L’attribuzione a Neroccio, si basa sull’affinità stilistica che il santo martire rivela con le opere scolpite dal maestro nel corso degli anni Settanta del Quattrocento: non solo con la Santa Caterina da Siena dell’Oratorio di Fontebranda a Siena, ma anche con l’Angelo annunciante oggi della Collezione Salini nel Castello di Gallico di Asciano. È presumibile che la scultura non sia nata per l’Oratorio di San Lazzaro e tale evenienza è supportata soprattutto da ragioni iconografiche. L’ipotesi più credibile è che l’opera sia stata commissionata per un’altra destinazione e che, con il trasferimento negli annessi del lazzaretto fuori Porta Romana, sia stata riadattata al culto locale e trasformata in un San Lazzaro.
“La scultura dipinta senese è un asse di sviluppo maggiore per la Pinacoteca – afferma il direttore della Pinacoteca di Siena Axel Hémery – Il comodato d’uso di 15 anni ci dà il tempo dello studio, del restauro e della fruizione e conferma il ruolo di spicco dei musei nazionali di Siena nella ricerca in storia dell’arte e storia del restauro in rapporto stretto con l’Università di Siena. Un capolavoro sconosciuto dell’arte senese sarà portato alla conoscenza e al godimento della cittadinanza”.
Aggiunge Donatella Capresi, presidente dell’associazione Amici della Pinacaoteca di Siena: “Dopo l’iniziativa Finalmente insieme. Ricomposizione della Pala del maestro dell’Osservanza, un’altra importante opera, grazie alla nostra attività, arricchisce il patrimonio dei Musei Nazionali di Siena. Un particolare ringraziamento ai nostri Amici che con la loro presenza permettono di realizzare queste importanti iniziative culturali per la città”.
Nel pomeriggio saranno organizzate visite riservate in esclusiva al laboratorio per gli Amici della Pinacoteca