
di Vito Zita
SIENA. L’ex Palazzo Falletta fu progettato da Carlo Marchi e Giuseppe Cane per l’importante uomo d’affari italiano Santo Falletta, nato ad Asmara nel 1899 da genitori palermitani. Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere a Palermo nel 1920, fu funzionario del governo eritreo a partire dal 1921. La sua vita imprenditoriale fu molto variegata, infatti fu titolare di una ditta di spedizioni a Massaua e procuratore generale della ditta Hassan Abdalla Bamismus dal 1924 al 1935. Ricoprì cariche pubbliche e collaborò all’installazione ed attività in Eritrea della R.O.M.S.A. e coadiuvò l’AGIP nell’organizzazione dei propri servizi per la distribuzione in Eritrea di carburanti e lubrificanti, mettendo a disposizione dell’azienda stessa la propria organizzazione di depositi e stazioni di rifornimento nelle città dell’Eritrea, diventandone agente dal 1935. Nello stesso anno divenne concessionario ad Asmara della Lancia, per la quale creò un grande e moderno stabilimento per grandi riparazioni e produzione di parti di ricambio in Asmara.
Sviluppò una notevole attività nel campo edilizio e tra gli edifici costruiti il Palazzo Falletta (1938-1939) e lo stabilimento Lancia in Asmara. Quale consultore municipale (dal 1938) cooperò all’abbellimento della città di Asmara e allo sviluppo dei servizi urbani. Fu prigioniero di guerra civile dal 1942 al 1946 nel Sudan. Al ritorno in Eritrea riprese le sue attività interessandosi al commercio di import-export. Divenne agente della Piaggio, della Borletti e di altre ditte italiane ed estere presenti in Eritrea. Fu anche titolare della Farmacia Asmara e presidente della Genofilms per la gestione di cinema, teatri e noleggio pellicole in Eritrea, Etiopia e Somalia. Degne di menzione le sue elargizioni nel campo della pubblica assistenza, che espletò anche durante il suo periodo di prigionia in Sudan.
Nel 1938, come abbiamo visto, Falletta prese la decisione di far costruire il palazzo che porta il suo nome. Marchi fu un progettista molto attivo nella capitale eritrea degli anni Trenta, noto soprattutto per alcuni edifici residenziali. Un esempio pratico delle idee del Marchi si ritrova ad Asmara con Palazzo Gerasadik (sito su Corso del Re oggi Nakfa Avenue) o nel prospetto dell’attuale Denden Street. Palazzo Falletta fu realizzato tra la cattedrale cattolica e i grandi edifici commerciali verso la fine di Harnet Avenue (ex Viale Mussolini), ed è uno dei più edifici importanti su quella strada.
L’originale design di Marchi propone un edificio di solo quattro piani che incorpora una torre ad ogni angolo e che esprime una ricercata soluzione del palazzo urbano richiamando i caratteri delle architetture novecentesche di Muzio. Gli elementi distintivi sono dati dalla griglia che forma le torri angolari e nel disegno delle finestre, tutte uguali e incorniciate come se fossero quadri in esposizione. Un design simile è stato utilizzato per uno dei edifici governativi nella città di pianura occidentale di Agordat. I telai delle finestre sono semplici e rifiniti in gesso bianco, i balconi incassati su ciascuno dei quattro lati che collegano le torri angolari, sono in contrasto con la cornice marrone chiaro che li racchiude. A livello del suolo i frontali dei negozi hanno cornici di marmo grigio con angoli smussati.
Nella corte del palazzo, spicca una bella urna in pietra e i corpi scala posti nei quattro angoli diventano delle torri semicircolari vetrate, e ricordano le soluzioni già sperimentate a Roma da De Renzi nel grande complesso di Viale XXI aprile o da Sabbatini negli alberghi suburbani della Garbatella. Quando l’edificio è stato ristrutturato nel 1961, le torri angolari vetrate furono adattate per installare degli ascensori. Ogni tromba delle scale fornisce l’accesso a tre appartamenti su ciascuno piano, con un totale di dodici appartamenti per ciascuno livello. Il rinnovamento del 1961 ha determinato anche la modifica di alcuni di questi appartamenti provvedendo all’apertura di un corridoio interno. I lavori di ristrutturazione prevedevano anche un ingresso al cortile a livello del suolo sul lato est che non è stato mai realizzato.
(Photo credits: Claudio Scarantino, Pasquale Santoro, Silvano Narrante, Omar Binjahlan)