Mercoledì 18 giugno alle 17.30 dialogo con l'autrice Michela Ponzani

SIENA. Mercoledì 18 giugno alle 17.30 nella Sala degli Intronati in Palazzo Patrizi (via di Città, 75) Laura Mattei (Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea) ed Emanuele Ertola (Università degli Studi di Siena) dialogano con Michela Ponzani sul suo Donne che resistono. Le Fosse Ardeatine dal massacro alla memoria (1944-2025), Torino, Einaudi, 2025.
Introducono l’archintronato Roberto Barzanti ed il direttore dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea Alessandro Orlandini.
Michela Ponzani insegna Storia contemporanea all’Università degli Studi di Roma «Tor Vergata». Autrice e conduttrice televisiva di programmi culturali per Rai Storia e La7, è stata borsista della Fondazione Luigi Einaudi di Torino, consulente dell’Archivio storico del Senato della Repubblica e Visiting Fellow presso il Remarque Institute della New York University; ha fatto anche parte del gruppo di ricerca della Commissione storica bilaterale italo-tedesca. Nel 2024 è stata insignita dell’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella. Fra le sue pubblicazioni: Figli del nemico. Le relazioni d’amore in tempo di guerra 1943-48 (2015). Per Einaudi ha pubblicato Senza fare di necessità virtù, con Rosario Bentivegna (2011), Guerra alle donne. Partigiane, vittime di stupro, «amanti del nemico» (1940-45) (2012 e 2021), Processo alla Resistenza. L’eredità della guerra partigiana nella Repubblica 1945-2022 (2023 e 2025), Caro presidente, ti scrivo. La Storia degli italiani nelle lettere al Quirinale (2024).
Il libro
Michela Ponzani da anni raccoglie le memorie dell’Anfim (Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri), l’associazione nata per il diritto al riconoscimento di una degna sepoltura, pretesa dai familiari delle 335 vittime delle Fosse Ardeatine, efferata strage nazifascista compiuta a Roma il 24 marzo 1944. Sono vedove, madri, sorelle, figlie delle vittime che trasformarono un massacro in un mausoleo: un monumento sepolcrale antigerarchico e antiretorico, edificato sul luogo della vendetta tedesca per celebrare i martiri dell’antifascismo.
Questo libro racconta le vite di donne che rimasero a vivere il lutto di un massacro trasformato in mausoleo, soffermandosi sull’uso pubblico di una strage divenuta monumento nazionale (il primo della storia repubblicana), simbolo dell’eredità sofferta dell’antifascismo, da sempre oggetto di una memoria divisa. Il «nuovo Altare della Patria», costruito per ricordare nei secoli la «guerra del nuovo Risorgimento italiano», divenne nel dopoguerra meta di pellegrinaggio per commemorare lo «sterminio di tutti gli italiani impegnati nella lotta di liberazione nazionale». Al centro della narrazione stanno le memorie di donne che impararono a resistere, a seppellire i morti ed a curare le ferite di figli orfani di padre, che pretesero verità e giustizia, testimoniando contro criminali di guerra portati a processo. Testimonianze sepolte da decenni, cariche di emozioni molteplici, fatte di tensioni ideali, di motivazioni e scelte che segnarono la storia di un luogo destinato a rimanere il cimitero di un lutto privato, capace di costringere a un interminabile rituale del dolore.