Cinughi: "I soldi per le calamità naturali non ci sono"

SIENA. Maltempo: assicurazioni agevolate al pari di quelle previste per grandine e gelo, per difendersi dai danni provocati dalla pioggia. Il Presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena, Alessandro Cinughi de Pazzi lancia questa proposta/soluzione dicendo che «si tratta dell’unica via d’uscita per gli agricoltori, perché i previsti soldi per le calamità naturali alla fine non ci sono mai ed enti e istituzioni non fanno assolutamente niente per mettere in sicurezza il territorio».
Le ultime piogge hanno dimostrato ancora una volta che la provincia di Siena (come troppe altre zone della Toscana e della penisola) quando piove finisce sempre sott’acqua registrando sempre ingenti danni a cose, purtroppo anche alle persone e all’agricoltura. Gli agricoltori sono estremamente preoccupati per le gravi condizioni meteorologiche che negli ultimi giorni hanno martellato e attanagliato terreni e colture, in una morsa che ancora stenta ad allentarsi. E i danni al solito non sembrano essere pochi.
«Siamo di fronte a piogge che spesso sono sempre più violente – spiega Cinughi – dalle quali ci si può difendere solo con vere e serie opere di regimazione delle acque che spettano ad istituzioni ed enti preposti, ma questo non accade». Non ultima, la recente polemica dell’Unione Agricoltori di Siena nei confronti dei nuovi consorzi di bonifica e delle loro costosissime elezioni di fine novembre. Nessuno ha mai visto all’opera, mezzi o personale riconducibili ai consorzi. Per cui nessuna miglioria è stata mai apportata al territorio, ma ogni anno il tributo va a vessare gli imprenditori con quella che si potrebbe definire ormai una patrimoniale. Così i consorzi di bonifica impongono tributi anche in assenza di benefici diretti ai consorziati, come prevede invece la legge.
Non solo. Se un agricoltore volesse provvedere personalmente a fare manutenzione e pulizia dell’alveo e degli argini di un fosso o di un torrente che arreca danni ai suoi terreni, è passibile di denunce, sanzioni amministrative e penali da parte del Corpo Forestale che vigila. Per farlo ci vogliono delle autorizzazioni, spesso molto complicate. Nel caso di improvvise esondazioni, poi, è davvero impossibile poter intervenire. «Così – fa notare Cinughi – quella che potrebbe essere una risorsa, anche nella immediatezza del pericolo, non può essere sfruttata per legge».
«Alla fine – prosegue il presidente dell’Unione – gli agricoltori ogni volta che piove un po’ più forte sono costretti a fare la conta dei danni e non ricevono mai un centesimo dietro le richieste di calamità naturale, per cui non rimane che andare nella direzione della stipula di polizze assicurative a prezzi agevolati per colmare un vuoto istituzionale che latita sia prima che dopo gli eventi, ovvero nella prevenzione e nella risoluzione dei problemi. Ci mancava solo la pioggia a dare addosso agli agricoltori – conclude Cinughi – dopo difficili mesi in cui si è combattuto contro una fauna selvatica fuori controllo, lupi, ungulati, leggi inadeguate, mancate agevolazioni, tasse e tributi di tutti i tipi che dispiace pagare quando poi servono a poco o niente».
Soprattutto in un momento in cui le aziende agricole continuano a lottare in maniera dura per mantenere il lavoro e relativi posti, oltre a tutelare il territorio in cui operano.