Riccaboni: "ora la nostra situazione finanziaria è simile a quella di altri atenei"

di Alessandra Siotto
SIENA. “La situazione finanziaria dell’Ateneo è ancora in negativo, ma si evidenzia una tendenza al miglioramento”. Queste le parole del Rettore dell’Università di Siena Angelo Riccaboni che oggi pomeriggio (27 maggio) ha incontrato i giornalisti, in seguito alla seduta di questa mattina del Consiglio di amministrazione, il quale ha approvato il conto consuntivo relativo all’esercizio finanziario 2010. Riccaboni ha affermato che “la tendenza al miglioramento dimostra che il piano di risanamento sta iniziando a dare i suoi effetti e si riducono le spese correnti per affitti, telefono, energia elettrica, consumi e per il personale, grazie ai pensionamenti naturali e anticipati e alla mobilità volontaria”.
I NUMERI. Il disavanzo di amministrazione, che fotografa la situazione dell’ateneo al 31 dicembre 2010, ammonta a meno 37,8 milioni di euro, mentre nel 2008 era di meno 151,7 milioni e nel 2009 era pari a meno 126,5 milioni. Tale dato, come ha illustrato il rettore, “si calcola sommando la cassa che troviamo alla fine dell’anno ai residui attivi e poi sottraendo i residui passivi e questo dato ci dà una rappresentazione delle obbligazioni che abbiamo”.
Mentre il risultato di competenza per il 2010, è pari a meno 18,19 milioni di euro, calcolato al netto delle operazioni immobiliari straordinarie, cioè al netto dell’operazione di cessione delle Scotte che ha portato 108 milioni di euro nelle casse dell’Università. “Questo dato – ha illustrato Riccaboni – che riepiloga le differenze tra entrate accertate e uscite impegnate nell’arco dell’interno anno, è migliorato rispetto al 2008, quando era pari a meno 63,8 milioni, e al 2009, quando ammontava a meno 28,8 milioni di euro”.
SITUAZIONE SIMILE AD ALTRI ATENEI. Secondo il rettore “con queste situazioni cominciamo ad essere allineati con altri atenei che hanno dei problemi ed essere in gruppo è un vantaggio”. “Il fatto che la nostra situazione finanziaria è confrontabile a quella di altre università – ha aggiunto – è una buona cosa, anche se non possiamo accontentarci. Essere visti come un’icona negativa non è bello; se invece la nostra università fa parte di un gruppo che soffre anche per la riduzione continua del fondo di finanziamento ordinario, sicuramente questo rafforza la nostra posizione”.
IMMATRICOLAZIONI. I nuovi immatricolati all’Università di Siena per l’anno accademico 2010/2011 sono 2.820, 89 in più rispetto al 2009/2010, con un aumento del 3,3%. A livello nazionale, invece, le nuove matricole scendono del 3,1%.
Il 46,5% dei nuovi iscritti all’ateneo senese proviene da fuori regione e secondo Riccaboni “bisogna mantenere l’attrattività con la qualità; infatti con il risanamento non si deve incidere sulla qualità della didattica, altrimenti non ci saranno più studenti disposti ad allontanarsi migliaia di kilometri da casa per frequentare la nostra Università”.
Le Facoltà che vedono aumentare i propri iscritti sono soprattutto quelle scientifiche, con Farmacia e Medicina in testa. Difficile indicare il numero complessivo degli studenti dei vari corsi di laurea secondo il rettore: “l’università è un sistema molto complesso, è difficile anche determinare qual’è il numero esatto degli iscritti prima del 31 luglio”.
LA LIQUIDITA’ E LE VENDITE. “Secondo le nostre proiezioni – ha affermato Riccaboni – non ci saranno problemi di liquidità almeno fino a metà 2012. Questo anche grazie al fatto che il Ministero ha scaglionato il finanziamento in 20 milioni di euro al mese da gennaio a maggio, complessivamente 100 milioni per il nostro ateneo”. “Tuttavia – ha aggiunto – per evitare problemi di liquidità entro metà 2012 bisognerà fare una operazione straordinaria”.
Il rettore non si è sbilanciato sulla cessione del patrimonio, dalla Certosa di Pontignano all’edificio delle segreterie in via Sallustio Bandini: “stiamo lavorando per vendere, da qui fino a fine anno qualche cosa di importante faremo”. “La vendita del patrimonio immobiliare – ha aggiunto – è una leva che deve essere usata per evitare la mancanza di liquidità, ma il nostro obiettivo è il risanamento, non il pareggio, raggiunto a scapito della qualità. La cessione del patrimonio è utile solo in presenza di trend positivi e unita alla credibilità. Infatti, in finanza il valore più importante è la credibilità, se noi siamo credibili ce la facciamo”.