Ascoltata l'associazione Noi Siena che ha raccolto 2331 firme per chiedere che venga avviato questo servizio al Pronto Soccorso del policlinico senese

FIRENZE. Doppia audizione in commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli, Pd, su due questioni che, pur diverse tra loro, rappresentano entrambe casistiche di grande rilievo: la stabilizzazione dei medici del 118 e la mancanza del triage pediatrico all’ospedale Le Scotte di Siena. A sollevarle, rispettivamente, l’Anaao Assomed, associazione di categoria del personale medico dirigente, e l’associazione di volontariato Noi Siena.
La prima delle due audizioni si è svolta con Noi Siena, associazione sorta a seguito della tragica scomparsa del piccolo Niccolò Muzzi nel settembre 2012, nella cui vicenda fu purtroppo fondamentale l’assenza di un pronto intervento pediatrico a Le Scotte. L’associazione ha raccolto ben 2331 firme per chiedere la realizzazione di un triage pediatrico all’ospedale senese.
La presidente Alessandra Amato, nel ringraziare il presidente Scaramelli per aver dato voce all’associazione, ha ricordato che “abbiamo sempre reclamato la mancanza di un triage pediatrico all’ospedale Le Scotte” e che “l’accesso pediatrico garantirebbe la presenza di personale medico e paramedico specializzato, pronto ad accogliere i bambini e ad intervenire tempestivamente in modo mirato”. La Amato ha sottolineato che “non si chiede di creare nuove strutture ma solo di realizzare un accesso dedicato ai bambini”.
Anche il responsabile delle iniziative sociali di Noi Siena, David Chiti, ha chiesto il “potenziamento del servizio di pronto soccorso con l’accesso pediatrico” specificando che “il triagista deve essere formato con appositi corsi professionali e non può essere in nessun modo un triagista generico bensì specializzato sul modello dell’ospedale pediatrico Mayer”. Chiti ha anche ricordato che “spesso arrivano telefonate al nostro call-center che lamentano la mancanza del servizio di pronto soccorso pediatrico”.
Significativo nella richiesta di un’assistenza specializzata al pronto soccorso de Le Scotte, oltre che toccante, è stato l’intervento di Thomas Muzzi, padre del piccolo Niccolò: “La presenza di un accesso pediatrico permetterebbe di evitare altre tragedie come è stata ed è la nostra”.
Il presidente Scaramelli ha promesso l’interessamento della commissione Sanità affermando che “ogni ospedale deve avere un accesso pediatrico” ed accogliendo la richiesta, emersa nel dibattito, di scrivere alla Giunta e ai direttori generali delle aziende sanitarie della Toscana.
In accordo con la richiesta dell’associazione Noi Siena si sono detti i consiglieri intervenuti, da Manuel Vescovi della Lega Nord a Nicola Ciolini del Pd, daStefano Mugnai di Forza Italia a Serena Spinelli del Pd, da Andrea Quartini del M5s a Paolo Bambagioni del Pd, che hanno sottolineato l’importanza delle posizioni espresse dai soggetti portatori di interesse come ad esempio l’associazione Noi Siena.
L’altra audizione ha visto impegnato Flavio Civitelli, presidente dell’Anaoo Assomed della Toscana, il quale ha evidenziato che “i medici che hanno indirizzato il proprio percorso formativo nel settore del pronto intervento si trovano oggi tagliati fuori dalla possibilità di partecipare a pubblici concorsi e dalla possibilità di accedere alla convenzione perché bloccata dalla Regione nonché dalla possibilità di avvantaggiarsi della recente direttiva comunitaria che prevede l’assunzione a ruolo per i precari con più di tre anni di servizio”. In conseguenza di ciò, secondo Civitelli, siamo di fronte a un “utilizzo inappropriato” di questa risorsa professionale.
L’Anaao ha chiesto la riapertura dell’accesso alla convenzione per sanare definitivamente il problema. A questo aspetto, secondo Civitelli, va sommata l’anomalia di un servizio che utilizza nelle stesse funzioni medici provenienti da due contratti completamente diversi, da una parte liberi professionisti a convenzione, dall’altra dirigenti dipendenti a rapporto esclusivo, con il risultato che “ciò rende difficile l’organizzazione del lavoro in termini di turnazione, formazione e gestione delle risorse”.
Critico, sul punto, è stato il vicepresidente di commissione, Stefano Mugnai, Forza Italia, il quale ha affermato che “è dal 2012 che i vari assessori promettono a vuoto” aggiungendo che “i precari del 118 dovevano essere già stabilizzati da anni” mentre “a dispetto delle promesse, essi precari erano e precari restano, almeno per ora”. Eppure, secondo Mugnai, “questi professionisti della sanità, che vedono la loro carriera fondata sul precariato, ci salvano la vita ogni giorno” anche se “nessuno si preoccupa delle loro vite e vengono anzi presi in giro con promesse non mantenute”.
Nelle conclusioni, tuttavia, il presidente Scaramelli ha promesso il “forte interessamento” della commissione: “Occorre stabilizzare i precari e al contempo consentire ai medici convenzionati di entrare nel servizio sanitario regionale. Inoltre, tutti i lavoratori del servizio di emergenza-urgenza, il 118, devono godere dello stesso inquadramento contrattuale”. E ancora: “Una buona sanità passa anche da una buona qualità delle condizioni di lavoro degli operatori. Regione Toscana e Governo nazionale devono programmare interventi normativi finalizzati a dare certezza e nuove opportunità a coloro che garantiscono il servizio di 118 insieme al mondo del volontariato”.
Al dibattito hanno partecipato anche Enrico Sostegni del Pd, Andrea Quartini del M5s, Manuel Vescovi della Lega Nord, Nicola Ciolini del Pd e Paolo Bambagioni sempre del Pd. Comune è la volontà emersa di stabilizzare i medici precari del 118 toscano.