Trattati anche i temi della continuità del servizio e del lavoro e l’ipotesi di costituzione di un ATO unico di livello regionale
SIENA. Si è articolata su tre temi la risposta del sindaco alle cinque interrogazioni urgenti che, nella seduta consiliare di martedì scorso, 15 novembre, sono state presentate sia dai gruppi di maggioranza sia da quelli di opposizione in merito alla recente indagine giudiziaria sulla procedura di gara che portato all’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti a Sei Toscana.
La prima, in ordine cronologico di illustrazione in aula, è stata quella di Carolina Persi; la seconda di Michele Pinassi; la terza di Ernesto Campanini, sottoscritta anche da Andrea Corsi, Massimo Bianchini e Marco Falorni; la quarta di Lorenzo Di Renzone, anche a firma di Pasqualino Cappelli, Fabio Zacchei, Pasquale D’Onofrio e Letizia Maestrini; la quinta, infine, di Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi.
Tutti i documenti hanno fatto riferimento alla procedura europea a evidenza pubblica attraverso la quale, nel 2012, è stato affidato il servizio di raccolta e gestione dei rifiuti nell’ambito territoriale ottimale (ATO) Toscana sud e ai recenti sviluppi giudiziari che hanno portato agli arresti domiciliari il direttore generale dello stesso ATO e all’interdizione dalla professione, come misura cautelare, del consulente che ha predisposto la parte legale del bando e degli amministratori delegati di Sei Toscana e Siena Ambiente.
Oltre alla richiesta di notizie circa gli sviluppi della vicenda dal punto di vista giudiziario, i consiglieri interroganti hanno esternato la preoccupazione che questa possa condizionare l’operatività e il livello qualitativo del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti; Campanini, comunque critico sull’efficacia del sistema, ha sollecitato le dimissioni del direttore generale dell’ATO Toscana sud e domandato se il Comune si costituirà parte civile per tutelare gli interessi della comunità, mentre Di Renzone ha caldeggiato anche l’ipotesi di una commissione d’inchiesta regionale, purché efficace e concreta; entrambi, come Pinassi, hanno inoltre chiesto al sindaco un parere sulla recente proposta del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, in merito alla costituzione di un ATO unico di ambito regionale.
Rispetto alla gestione del servizio, il sindaco ha sostenuto che l’ATO Toscana sud funziona bene. I rifiuti vengono regolarmente raccolti e smaltiti in impianti che sono tutti dentro il territorio competenza dell’ATO, garantendo un’autosufficienza che non fa dipendere il territorio da altri a differenza di tante realtà italiane, e senza importare rifiuti prodotti altrove, se non per modeste quantità e sotto stretto controllo. Le relative tariffe, stimate su una famiglia media di quattro persone, sono le più basse tra tutte le città toscane di medie o grandi dimensioni. Il primo cittadino ha ribadito come l’obiettivo deve essere quello di garantire la continuità del servizio sia dal punto di vista funzionale per l’impatto sulla cittadinanza sia nei confronti del personale dipendente della società.
Quanto all’inchiesta, il sindaco si è dichiarato scandalizzato, quanto e più dei cittadini stessi, per la gravità dei capi d’accusa imputati ad amministratori di consorzi pubblici o di società a partecipazione pubblica, e ha affermato che la decisione collettiva della gran parte dei sindaci dei Comuni interessati è che le persone indagate saranno allontanate dalle società nonostante si tratti, per ora, solo di indagini preliminari e di accuse che dovranno essere comprovate. I Comuni dell’ATO rifiuti Toscana sud sono circa 100, con le intere province di Siena, Arezzo e Grosseto e una parte del territorio livornese, e le società coinvolte vedono anche la partecipazione dei soci privati, che saranno sollecitati a concorrere quanto prima alle proposte dei nuovi vertici delle società. Il sindaco ha sostenuto che, al momento, è difficile ipotizzare la contestazione dell’intero bando di gara, approvato a suo tempo dal precedente ATO, contro il quale nessuno degli altri soggetti interessati a partecipare ha mai presentato ricorso.
Nel merito dell’ipotesi di costituzione di un unico ATO rifiuti di ambito regionale, il sindaco ha espresso la propria contrarietà in considerazione delle profonde differenze, anche in termini di dotazioni infrastrutturali, dagli altri ambiti ottimali toscani. Richiamando anche la recente sentenza del Tar della Toscana che ha bocciato la costruzione del termovalorizzatore di Sesto Fiorentino con motivazioni legate all’impatto paesaggistico, il sindaco ha sottolineato come l’unico ATO che al proprio interno disponga di una rete di impianti in linea con le esigenze di smaltimento dei rifiuti sia quello della Toscana sud.
L’aspetto impiantistico-infrastrutturale ha costituito, secondo il sindaco, il vero fulcro della gara in oggetto, imperniato sulla scelta strategica di escludere dal perimetro della gara gli impianti e di mettere a bando soltanto il servizio. Il primo cittadino ha ricordato come i Comuni sede di impianto, col consenso generale, non abbiano voluto correre il rischio di mettere le proprie strutture “alla mercé” di chiunque avesse potuto aggiudicarsi la gara, perdendo il controllo sui rifiuti in ingresso: una comprensibile prudenza, secondo il sindaco, che costituisce il principale fattore per cui altri possibili concorrenti non hanno partecipato al bando.
I consiglieri hanno espresso giudizi differenziati sulla risposta del sindaco. Persi ha sostenuto che nessuno pone in dubbio la validità della gara e che è necessario garantire la continuità del servizio, per la cittadinanza, e del lavoro, per tutelare il personale dipendente. Secondo la consigliera, ogni ipotesi di commissariamento dell’ATO Toscana sud non è percorribile e rischia di essere addirittura destabilizzante.
Pinassi, ricordando le precedenti esternazioni del sindaco, anche in sede consiliare, sull’efficacia e sulla trasparenza della gara che ha portato all’affidamento del servizio nei confronti di Sei Toscana, ha giudicato fallimentare tale esperimento procedurale e ha riportato alcuni passaggi delle affermazioni del procuratore di Firenze, Giuseppe Creazzo, secondo cui in questa vicenda ci sono conflitti di interesse “sconcertanti” tra dirigenti pubblici e manager privati.
Insoddisfatto Campanini, che ha imputato al sindaco di non aver risposto sull’opportunità di costituire il Comune come parte civile nella causa giudiziaria e di essere stato vago sul tema delle dimissioni del direttore dell’ATO Toscana sud; inoltre, rispetto alla qualità del servizio, il consigliere ha esternato criticità sulle basse percentuali di raccolta differenziata e sul presunto equilibrio del sistema, indipendentemente dalla vicenda giudiziaria in corso. Favorevole, invece, il suo giudizio circa quanto affermato dal sindaco sulla sua avversità alla costituzione dell’ATO unico regionale.
Soddisfatto, invece, Di Renzone che ha espresso una visione analoga al giudizio del sindaco su quest’ultimo tema e, definendo l’attuale situazione difficile ma non drammatica, ha rimarcato la necessità di sviluppare progettualità nei territori di riferimento per un ulteriore miglioramento del servizio e dell’impatto tariffario sull’utenza.
Piccini, che ha sostenuto come il sospetto di turbativa d’asta vada oltre l’aspetto dei mancati ricorsi alla gara, si è dichiarato preoccupato perché la vicenda si è generata nel quadro di un’operazione politica funzionale a garantire continuità alle aziende del territorio. Il consigliere ha affermato che, pur di raggiungere questo obiettivo, la politica ha lasciato troppo spazio di manovra ai tecnici e non ha vigilato opportunamente sulle procedure di affidamento. Concludendo, Piccini ha chiesto all’aula di valutare di dedicare una seduta del Consiglio comunale esclusivamente al tema del ciclo di raccolta e smaltimento dei rifiuti: un’occasione per esprimere all’unanimità il parere contrario dell’assise senese all’ipotesi di costituzione di un’ATO unico regionale.