Per Siena Pirata "una riflessione condivisa andrebbe fatta"

SIENA. Sulla questione di Ampugnano stanno circolando almeno due narrazioni distinte, che vale la pena analizzare senza tanti giri di parole.
Da una parte c’è l’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC) che, per mezzo della sua controllata al 100% ENAC Servizi, vuole realizzare una rete di collegamento aereo tra alcuni scali aeroportuali minori, attraverso cospicui investimenti dalle dubbie ricadute sul territorio. Il tutto con tanto di presentazione ufficiale a mezzo “TG1” in prima serata.
Dall’altra c’è una parte politica che cerca disperatamente, e qualche volta anche in modo maldestro, di “agganciare” questa progettualità per rivendicarne il merito, quando pare evidente che di meriti, la classe politica locale, in questo caso, non ci pare ne abbia.
Non si può e non si deve, però, minimizzare il ruolo della politica in questa vicenda. Se da un lato ENAC, “autorità unica di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile in Italia”, cerca – in un modo per noi decisamente discutibile – di intraprendere percorsi che non le competerebbero, attraverso la società in-house ENAC Servizi, dall’altra c’è una classe politica che perlopiù resta a guardare, senza alcuna analisi critica, valutazione della progettualità o lungimiranza sulle effettive ricadute sul territorio di questi interventi.
Interventi che non saranno “a costo zero”, come qualcuno vorrebbe far apparire: a fronte dei milionari investimenti, ENAC lascerà sulla Piana di Rosia impianti fotovoltaici e infrastrutture che rimarranno lì a far bella mostra di sé per anni e anni, danneggiando non solo il paesaggio, ma anche quel turismo che viene a Siena proprio per ammirare e godere di quel paesaggio.
E se il progetto dovesse fallire? Ci pare di aver sentito ENAC citare le Regioni per sostenere economicamente le strutture aeroportuali, nel caso le strategie per ripianare le perdite (come gli impianti fotovoltaici) non dovessero essere sufficienti. Siamo quindi così convinti di voler, tutti noi cittadini toscani, finanziare scali aeroportuali per pochi benestanti sacrificando scuola, sanità e infrastrutture? Insomma, una riflessione condivisa andrebbe fatta, perché siamo davanti non ad un investimento “a costo zero”, ma ad una questione strategica che impatterà su tutto il territorio per almeno un paio di decenni e forse anche oltre.
Diffidiamo quindi di chi si fa bello dei “34 milioni di euro”, che arriveranno ad Ampugnano “a costo zero”: non saranno soldi gettati da qualche aeromobile in volo, a favore dei cittadini, ma investimenti mirati ad un unico obiettivo, che non pare molto coerente con le reali esigenze di chi in questo territorio vive e chiede strade migliori e collegamenti ferroviari efficienti. Per poi, magari, sentirsi rispondere da qualcuno a Roma che “avete già avuto un aeroporto, ora volete pure le strade?”.
Siena Pirata