Siena Pirata torna sull'argomento caro-libri sottolineando le discrepanze

SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“Ancora sul caro-libri scolastici, una spesa che molte famiglie senesi stanno per affrontare, come ogni anno.
A tal proposito, un articolo odierno di Agenda Digitale[1], testata online specializzata in temi del mondo informatico, descrive una questione relativa al caro-libri scolastici al limite del surreale: “Le scuole italiane adottano libri digitali per aggirare i tetti di spesa ministeriali, ma i docenti consigliano l’acquisto di quelli cartacei. Le famiglie perdono così il diritto ai rimborsi previsti”.
Insomma, il classico corto-circuito all’italiana, dove fatta la legge viene subito trovato il sistema per aggirarla. Eppure da anni si parla del problema del costo dei libri scolastici, totalmente a carico delle famiglie e della collettività (è bene ricordare che eventuali iniziative tipo “libri gratis” della Regione Toscana sono finanziate dai contribuenti).
Da ormai 10 anni, si legge nell’articolo citato, “come stabilito dall’art. 15 c. 2 DL 112/2008, i libri di testo tradizionali devono comunque prevedere dei contenuti digitali e, più in generale, favorire l’interattività e l’utilizzo delle nuove tecnologie e il Collegio Docenti è tenuto ad adottare esclusivamente libri di testo in formato digitale o in versione mista.”. Misura adottata anche nell’ottica di calmierare i costi a carico delle famiglie, poiché non è difficile immaginare che i testi in versione cartacea hanno costi decisamente superiori rispetto alla loro versione digitale. A cui si aggiunge una questione non trascurabile: il peso, che finisce letteralmente sulle spalle dei nostri figli.
Ricordiamo che la scelta dei libri di testo è esclusiva prerogativa del corpo docente, entro i limiti di spesa indicati dal Ministero. Per la scelta di testi digitali il limite di spesa è inferiore (del 30%) rispetto alle versioni squisitamente cartacee, per incentivarne le scuole all’adozione. Tuttavia, anche in questo aspetto, seppure i vantaggi siano evidenti (minor costo, minore spesa, minore impatto ambientale) si rischiano conseguenze di altro tipo: chi beneficia degli e-book e degli e-book reader sa bene quanto il concetto di “possesso” delle versioni digitali di un libro sia decisamente diverso dal quo equivalente cartaceo. Se un libro cartaceo può essere prestato, regalato o rivenduto senza problemi, lo stesso non si può sempre dire delle versioni digitali che adottano soluzioni anti-pirateria come il DRM. Questo vincolo fa sì che l’utente di un e-book non ne sia effettivamente proprietario ma un semplice “fruitore”, e l’acquisto non sia relativo al bene ma semplicemente al diritto esclusivo (e neanche sempre “perpetuo”) di utilizzo.
Le soluzioni digitali, quindi, non sono sempre la panacea di ogni male ma vanno sempre valutate nell’ottica di garantire i diritti degli studenti nel modo più ampio possibile. La soluzione migliore, a nostro parere, è che siano sempre usati formati ampiamente compatibili come PDF, evitando accuratamente tutte quelle soluzioni che prevedono l’installazione obbligatoria di improbabili (e talvolta anche poco sicure) “app”.
Siamo convinti che il corpo docente delle scuole senesi, che purtroppo non ha reagito a nessuno dei nostri precedenti comunicati sul tema #OpCarolibri, sia già adeguatamente sensibilizzato in merito a tale questione e ci piacerebbe, in tutta onestà, ricevere un loro feedback in merito”.