
SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“Tutti si lamentano del turismo, tra chi subisce l’invasione di migliaia di persone e chi, invece, lamenta le poche spese da parte dei viaggiatori. Anche località tipicamente regine del turismo estivo, come le spiagge romagnole, quest’anno lamentano un importante calo di presenze e, quindi, di guadagni. Per non parlare, poi, delle mete che sono andate di moda qualche anno fa, attirando investimenti, per poi essere nuovamente snobbate dalle grandi masse di turisti.
Complice il clima, tra periodi afosi e caldi e autunni anticipati, il tutto condito da fenomeni meteorologici intensi, per i quali c’è ben poco che si possa fare, una costante pare invece abbastanza evidente: soldi da spendere, per tutti, ce ne son parecchi meno.
Ed ecco che, quindi, forse ad essere in crisi non è il turismo ma questo modello di turismo.
Un modello anni ‘70 e ‘80, che funzionava bene fino a che le generazioni di quegli anni hanno potuto permettersi le ferie. Ma parliamo di generazioni che stanno, demograficamente parlando, assottigliandosi, inesorabilmente sostituite dai figli e dai nipoti che, cresciuti in un contesto sociale ed economico ben diverso dai loro padri, con molte meno garanzie, lavoro precario e opportunità ridotte, non rinunciano certo al viaggiare ma scelgono di farlo in modalità low-cost.
C’è poi la Rete, che ormai è parte integrante della nostra esistenza, dove pianificare le vacanze, controllando recensioni e prezzi. Insomma, parafrasando i Righeira, l’estate dei polli da spennare sta finendo ed è quindi necessario rimboccarsi le maniche e cambiare modello, se vogliamo continuare a beneficiare dell’ultima risorsa economica che ci è rimasta: il turismo.
Una risorsa, peraltro, anche difficile da governare: con i social sempre pronti a scatenare nuove mode e tendenze, riuscire a programmare è sempre più difficile, così come è difficile resistere alla concorrenza degli altri. Operazione difficile, in un Paese da sempre abituato a sostenere le rendite di posizione, limitando qualsiasi iniziativa e soffocando imprenditorialità e innovazione.
In ogni caso, siamo in Italia. Tra una lagna e una crisi, aspettando l’ennesimo bonus, anche quest’estate la sfangheremo. E poi, tra poco, è già settembre: ne riparleremo il prossimo anno, sempre con le stesse chiacchiere e nulla di fatto”.