"Ad Arezzo non va giù che si realizzi qualunque cosa che non passi vicino a loro"

SIENA. Dall’Associazione Siena Ideale ricdviamo e pubblichiamo.
“Ha ragione il professor Maggi il quale, autorevolissimo “predicatore” purtroppo nel deserto, ha affermato che a Siena non si è compresa l’importanza della Stazione Alta Velocità Medioetruria. Da sempre nel dibattito politico, quando si parla di uno sviluppo possibile per la nostra città (e provincia) si evidenzia come la carenza di infrastrutture sia il problema principale da superare. Curiosamente è un dibattito che era presente anche negli anni “d’oro”, quando il Monte dei Paschi attutiva tutte le carenze del nostro territorio. Oggi che la Banca si è rialzata, ma senza più legami tradizionali con la nostra realtà e ha preso altre direzioni verso “stazioni” (Mediobanca), che auspichiamo raggiunga, il mostrarsi di nuove e inaspettate possibilità di uscire dal nostro atavico isolamento sembra non interessare Siena e la sua provincia. Anzi, escluse poche voci provenienti da alcune Associazioni di categoria e dall’Amministrazione comunale (ad onor del vero anche in maniera unitaria con una mozione specifica approvata all’unanimità), nessun’ altra voce soprattutto dalla politica, si è levata a difesa di chi vuole mettere in discussione una scelta già presa a livello di governo, corroborata da un parere definitivo di una apposita commissione ministeriale, ma soprattutto con risorse (10 milioni) già messe a disposizione della Regione Umbra per elaborare la prima fase progettuale.
Nello specifico le risorse, ricadenti quasi totalmente sul Fondo nazionale per lo sviluppo e la coesione, interesseranno il primo stralcio della realizzazione della nuova stazione ferroviaria Alta Velocità Medioetruria prevista al confine tra Umbria e Toscana (Creti), località la più vicina alla nostra città rispetto ad altre ipotesi.
Ma la Regione Toscana o, meglio, il quasi candidato per un secondo mandato alla presidenza Giani, non è d’accordo perché ad Arezzo non va giù che si realizzi qualunque cosa che non passi vicino “alla loro casa”, soprattutto se si avvicina a Siena. È un vizio presente da tempo, già da quando Fanfani fece fare la famosa curva all’Autostrada del Sole che fece diventare Arezzo centrale nelle vie di comunicazione e Siena centrale nel suo splendido isolamento (ma a quel tempo c’era il Monte).
Alla fine, tutte le poche prese di posizione dichiarate sui mass media sono tutte “interessate” a fini elettorali, visto l’imminente rinnovo del Consiglio regionale toscano.
E allora ci sono i due candidati presidenti in pectore più autorevoli, Giani e Tomasi, che si affannano a sostenere, per edificare la stazione Medioetruria, l’ipotesi di Rigutino vicino ad Arezzo, perché entrambi pensano di ottenere più voti rispetto a Siena solo perché ci sono un po’ di abitanti in più (anche se, dopo aver predisposto un protocollo contenente il tema stazione alta velocità, la Giunta Toscana sta rivedendo la propria posizione e presumibilmente, di conseguenza, anche la Regione Umbria si allineerà).
Sul fronte senese invece, ci sono consiglieri regionali che danno per deceduta l’ipotesi Creti chiedendo chi compensazioni (quali?), chi di riesumare un’ipotesi mai stata in corsa come le Tre Berte vicino a Chiusi. Ipotesi entrambi senza storia, enunciate solo per racimolare qualche consenso a casa propria. Se la politica a Siena è questa non ci attendono anni sereni.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di fare scelte concrete e realizzabili nel minor tempo possibile, ce lo dicono i dati statistici, che evidenziano ogni anno una situazione sempre più critica in città. Dobbiamo fare uno sforzo per accettare il “progetto possibile” anche se non ci piace molto o anche se non lo ha presentato chi avremmo voluto. Ciò vale anche per l’Aeroporto di Ampugnano.
Di fronte a proposte chiare supportate da risorse come la realizzazione della Stazione Medioetruria a “Creti” è sicuramente controproducente non provare a realizzarle. Metterle in discussione senza avere una controproposta alternativa realizzabile vuol dire creare le condizioni per non fare niente e questo non ce lo possiamo permettere. Come facciamo da tempo anche in incontri con realtà sociali ed economiche locali, invitiamo, almeno su questioni importanti, ad avere più coraggio per superare atteggiamenti di parte, che non servono a nessuno e per non permettere che venga deciso il nostro futuro da altre realtà, perché siamo sicuri non sarebbe quello che noi vogliamo”.