
SIENA.Da Sena Civitas riceviamo e pubblichiamo.
“Una proposta per il Santa Maria della Scala: spazi espositivi permanenti per la rotazione di collezioni private non solo di senesi.
Gli spazi espositivi che il Comune di Siena può oggi mettere a disposizione sono numerosi e di grande fascino: dai Magazzini del Sale alla sala Olmastroni di Palazzo Patrizi, fino al complesso del Santa Maria della Scala, destinato a diventare uno dei fulcri culturali e identitari della città.
Proprio su quest’ultimo si concentra la nostra riflessione: l’antico ospedale rappresenta un patrimonio unico, ma ancora non pienamente valorizzato. Troppo spesso, infatti, alcuni ambienti risultano privi di allestimenti stabili e quindi meno attrattivi, quando invece potrebbero diventare luoghi vivi e continui di produzione culturale.
Il Santa Maria della Scala dovrebbe essere non soltanto sede di mostre temporanee, ma anche uno spazio espositivo permanente, con rotazione annuale o semestrale dei contenuti, così da offrire ogni anno nuovi percorsi e motivi di visita.
Un modello di questo tipo, oltre a rendere più dinamica e attrattiva la proposta culturale, comporterebbe costi relativamente contenuti, soprattutto se basato su collaborazioni e sinergie già presenti sul territorio.
Ad oggi, al di là del Museo del Bambino – meritorio ma di pubblico limitato – manca una proposta permanente di respiro più ampio e riconoscibile.
Per questo proponiamo di avviare un progetto dedicato alla creazione di uno spazio espositivo permanente destinato a grandi collezioni private, inizialmente di proprietà senese e successivamente aperto anche a collezionisti di altre aree toscane e italiane.
A Siena esistono raccolte di grande valore – dalle ceramiche ai libri e stampe, dalle cartoline alle macchine fotografiche, dai bastoni alla Croce Rossa Italiana – che meriterebbero una vetrina stabile, scientificamente curata e comunicata in modo efficace.
Un’iniziativa di questo tipo dovrebbe fondarsi su un progetto culturale e scientifico solido, guidato da un comitato di esperti, sostenuto da una comunicazione professionale e da un piano di reperimento di risorse adeguato.
In tal senso, il nuovo Statuto del Santa Maria della Scala, oggi in fase di definizione, potrà offrire un’importante opportunità: quella di favorire la partecipazione di soggetti privati e di realtà del territorio, in grado di contribuire con competenze e risorse a progetti innovativi e di lungo respiro.
Crediamo che una visione condivisa e aperta, che unisca pubblico e privato nel segno della valorizzazione culturale, possa restituire al Santa Maria della Scala la sua piena centralità e trasformarlo in un luogo sempre vivo, attrattivo e identitario per la città”.