
SIENA. Il gruppo Sena Civitas presenta la seguente mozione con la richiesta di uscita del Comune dalla rete RE.A.DY e realizzazione progetti contro la discriminazione
“La rete RE.A.DY., nata del 2006 su iniziativa dei Comuni di Torino e Roma, ha l’obiettivo di coordinare i soggetti pubblici aderenti per promuove culture e politiche delle differenze e sviluppare azioni di contrasto alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità sessuale.
Il Comune di Siena ha aderito alla rete RE.A.DY. con delibera di Giunta Comunale n. 111 del 13.3.2014.
All’interno del coordinamento locale toscano, grazie anche ai finanziamenti erogati dalla Regione Toscana, il Comune di Siena ha realizzato 3 progetti: nel 2015 – Orientiamoci alle differenze, nel 2017 Inclusivity e nel 2018 Rainbow.
Alla luce dei seguenti aspetti:
- in base alla Relazione presentata al Parlamento dall’Unar (l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali operante in seno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) e relativa al 2017 (l’ultima disponibile sul sito dell’Unar) le segnalazioni di discriminazioni giunte all’Ufficio sono state 3.574. Di queste 2.964 sono relative a motivazioni di carattere etnico, razziale e religioso, pari all’82,9%. Quelle riconducibili a motivazioni legate all’orientamento sessuale sono state 324, pari al 9,1% e di queste solo 38 (pari a circa l’1 per cento) legate a motivazioni connesse alla “identità di genere”
- Tra le realtà partner delle strutture pubbliche che aderiscono alla rete Ready figurano, anche per il Comune di Siena, associazioni che ad oggi non hanno ancora preso una posizione chiara di opposizione e contrasto alla pratica dell’utero in affitto, che invece ultimamente comincia ad essere messa al bando anche nei Paesi ove è più praticata (es. India), mascherandola dietro a definizioni come “gestazione per altri” che non possono tuttavia nascondere la realtà di mercificazione del corpo femminile e del bambino giustamente stigmatizzata con forza anche da componenti importanti del mondo femminista
- Analoghe perplessità si possono sollevare sulla promozione, anche nelle scuole, di posizioni ideologiche volte a sostenere una non meglio precisata “fluidità di genere”, funzionale alla diffusione di pratiche mediche anche su minori volte alla somministrazione di farmaci “bloccapubertà”, il cui abuso è ormai fonte di documentata preoccupazione in Paesi come il Regno Unito, dove la stessa è stata avviata purtroppo da diversi anni proprio dietro la spinta di movimenti ideologizzati di matrice LGBT
- Alcuni importanti Comuni, amministrati in prevalenza dal centro-destra, sono recentemente usciti dalla Rete RE.A.DY. respingendo con questo atto non certamente la lotta alle discriminazioni ingiuste, quanto piuttosto il disegno ideologico celato da chi ne fa parte e lo promuove. In Toscana, si citano ad esempio i Comuni di Pistoia, di Arezzo e quello di Pisa, mentre a livello nazionale si citano importanti Capoluoghi come Treviso, Udine e Cremona.