SIENA. Da Sei Toscana riceviamo e pubblichiamo.
“In riferimento alla decisione del Gup, dottoressa Angela Fantechi, Sei Toscana, riponendo piena fiducia nell’operato della magistratura, è certa che la propria posizione verrà chiarita in fase dibattimentale.
Le contestazioni mosse agli imputati infatti sono state ampiamente ridimensionate dal provvedimento del Gup e fanno riferimento ad un periodo in cui Sei Toscana non era stata ancora costituita. Per questi motivi non sono applicabili alla società le norme di cui al Decreto 231 del 2001.
Inoltre, le contestazioni che andranno al vaglio dibattimentale riguardano esclusivamente le cosiddette “somme messe a disposizione” contenute nel bando di gara e indicate nel capo di imputazione. Sei Toscana tiene a precisare che nessun pagamento delle somme oggetto della contestazione è mai stato effettuato dalla società che, come detto, a quel momento non era stata ancora costituita.
Il Gup, pur nei limiti dell’udienza odierna, che non ha la funzione di giudicare nel merito la fondatezza dell’accusa, ha evidenziato nel provvedimento “la sussistenza di elementi a discarico introdotti in udienza preliminare suscettibili di chiarimento” e quindi tendenti ad escludere il coinvolgimento della società nella prossima fase dibattimentale”.
Cosa ha deciso il giudice
Il processo per corruzione milionaria riguarda Sei Toscana, Sienambiente e sei imputati. Oggi il tribunale di Firenze ha deciso tre i rinvii a giudizio e tre non luogo a procedere. Quest’ultima decisione riguarda Fabrizio Vigni, ex presidente di Sienambiente, gli avvocati Tommaso D’Onza e Valerio Menaldi, per i quali il giudice ha determinato che il fatto non costituisce reato. L’ex dg di Ato Andrea Corti, l’ex ad di Sei Toscana Eros Organni e l’ex ad di Rti Progetto 6 Marco Buzzichelli saranno invece giudicati per turbativa d’asta e corruzione. Rinviate a giudizio per responsabilità penale degli enti anche Sienambiente e Sei, mentre Corti dovrà rispondere anche di induzione indebita.