Tanti incontri, spunti e riflessioni per parlare di sicurezza sui luoghi di lavoro. Aperta una finestra sul futuro del settore

SIENA. Con oltre 300 ospiti si conclude la quinta edizione del forum “Safety meets Culture”. Tre giorni intensi di incontri, spunti e riflessioni sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro hanno animato la sala Italo Calvino del complesso museale Santa Maria della Scala a Siena, accogliendo e coinvolgendo centinaia di partecipanti. Un successo che conferma una crescente attenzione e sensibilità verso uno dei temi più cruciali e dibattuti del nostro tempo.
“Siamo soddisfatti – commenta Alessio Cencioni, CEO di Cantiere Pro e organizzatore del Forum – questo dato ci fa capire che la strada intrapresa, cinque anni fa, è quella giusta. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di offrire un megafono a chi desidera dare un contributo concreto sul tema della sicurezza sul lavoro. Ancora oggi contiamo troppe vittime e troppi infortuni: un dato che deve farci riflettere. Il problema non risiede solo nella scarsa attenzione di operatori e lavoratori verso un dispositivo di sicurezza o verso una distrazione che può costare la vita. Il vero nodo sta più in profondità: nella mancanza di una cultura della sicurezza diffusa e condivisa. Dopo questa edizione, siamo ancora più convinti che sia fondamentale continuare a parlarne, scendere tra le persone e costruire insieme una nuova idea di sicurezza. È per questo che siamo già a lavoro per l’edizione 2026 e la nostra porta è aperta a tutti gli Enti, Istituzioni e Professioni Ordinistiche che vogliono fare con noi questo nuovo viaggio“.
Dall’analisi degli ultimi cinque anni alle idee sul futuro l’edizione 2025 è stata nel segno della progettazione e delle proposte da lanciare per un lavoro più sicuro. Dalla comunicazione come primo dispositivo di sicurezza all’impiego dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnnologie, passando dall’analisi della legge 81 al nuovo codice degli appalti. Safety meets Culture è stato un racconto, partito dalla tragica morte della giovane Luana D’Orazio all’esplosione della centrale Eni di Calenzano. Cinque anni per capire dove la sicurezza deve arrivare, affinché notizie come queste cessino di esistere. Infine, un momento di cultura e racconto con ospiti d’eccezione come Bruno Giordano, magistrato di Cassazione e Marco Patucchi, giornalista di Repubblica che insieme hanno scritto ‘Operaicidio’ un libro-inchiesta che racconta e svela le reali motivazioni dietro alle vittime sui luoghi di lavoro.