
SIENA. Il ricorso al TAR, da parte di Sei Toscana, per l’annullamento delle delibere dell’assemblea ATO Rifiuti Toscana sud con le quali erano stabiliti i corrispettivi da pagare per le annualità 2016 e 2017 al gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani è stato tema di dibattito consiliare, nella seduta di ieri, 10 ottobre, con l’interrogazione di Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM). Il consigliere ha sostenuto che “secondo fonti stampa, la cifra integrativa richiesta da Sei Toscana ai Comuni dell’ATO Toscana sud si aggirerebbe sui 4 milioni di euro” e ha ricordato che il 24,5% della compagina societaria di Sei Toscana è detenuto da Sienambiente, a sua volta partecipata dal Comune di Siena per il 5,64%.
Campanini ha chiesto di conoscere “le motivazioni del ricorso al TAR da parte di Sei Toscana e se la cifra di 4 milioni di euro corrisponda al vero” e ha domandato anche “quale sia la posizione di ATO Toscana sud nei confronti della richiesta di SEI Toscana e se, nel caso questa sia ritenuta legittima dal TAR, come verranno recuperati i 4 milioni di euro?”.
Il sindaco Bruno Valentini ha risposto che “Sei Toscana ha impugnato le delibere del corrispettivo di ATO Toscana Sud fin dal primo anno di avvio di concessione. I primi cinque ricorsi, relativi agli anni 2014 e 2015, sono stati superati dall’Accordo Pluriennale sottoscritto fra Sei Toscana e l’ATO nel novembre 2015”. Quanto ai ricorsi richiamati nell’interrogazione, il primo cittadino ha affermato che “uno di questi è stato presentato nel maggio scorso anche a firma degli amministratori straordinari di Sei Toscana, cioè dei commissari, per impedire che le delibere di ATO divenissero definitive e inoppugnabili”.
Valentini ha spiegato che, secondo l’opinione di Sei Toscana, le cause dei ricorsi pendenti si basano su tre motivazioni: “Inadempimenti da parte dell’Autorità di Ambito; mancati riconoscimenti economici previsti negli atti di gara e nel contratto di servizio; calcoli errati da parte dell’ATO, per esempio riguardo all’inflazione”. “Nello specifico – ha aggiunto – i motivi dell’impugnazione per il 2016 sono vari: innanzitutto l’Autorità di Ambito avrebbe omesso di definire il corrispettivo del servizio di ambito a preventivo per l’anno 2016, limitandosi soltanto a individuare l’importo che i Comuni devono pagare in acconto al gestore e stanziare nei propri prospetti economici finanziari (PEF) relativi alla TARI. Sempre secondo i legali di Sei Toscana, l’ATO avrebbe, inoltre, mancato di riconoscere i costi generali sostenuti per il conferimento ai soggetti terzi che gestiscono gli impianti. Il corrispettivo del servizio di ambito è strutturato in modo tale che il gestore, anticipando ai terzi gestori degli impianti il costo per il conferimento dei rifiuti fuori dal perimetro di gara, si assuma il rischio connesso ai ritardi nei pagamenti da parte dei singoli Comuni”.
Il sindaco ha proseguito specificando che le motivazioni riferite da Sei Toscana per il ricorso sull’annualità 2016 sono relative al “presunto mancato riconoscimento ad attività di raccolta, spazzamento e gestione strutture a supporto dei servizi”. Rispetto al 2017, invece, Sei Toscana ha esposto le seguenti ragioni: “L’Autorità avrebbe omesso di definire il corrispettivo generale del servizio di ambito, limitandosi a individuare l’importo che i Comuni, per effetto dell’Accordo Pluriennale, devono pagare in acconto al gestore e stanziare nei propri PEF TARI. Inoltre, la delibera impugnata non comprenderebbe all’interno della valorizzazione del 2017, così come per l’anno 2016, la remunerazione del rischio nella gestione delle interfacce e, quindi, nel pagamento dei terzi gestori impianti. Sei Toscana contesta ad ATO anche il mancato riconoscimento del corrispettivo per il servizio di distribuzione dei materiali di consumo, quali sacchi e mastelli”.
Con l’Accordo Pluriennale, Sei Toscana e ATO avevano concordato un meccanismo di disallineamento temporale, per gli anni dal 2014 al 2017, tra l’importo pagato dai Comuni al gestore e l’effettivo corrispettivo servizio. “Tale differenza comporta che il pagamento da parte dei Comuni avvenga in acconto fino al 2017, generando un credito che il gestore potrebbe recuperare in termini di allungamento della concessione”. Per il 2017, l’importo di 102milioni di euro previsto dall’Accordo Pluriennale sarebbe stato ridotto di circa 2 milioni e 379mila euro. “E ciò, sempre secondo Sei – ha puntualizzato Valentini – avrebbe fatto maturare un credito di oltre 5,8 milioni di euro. Sei Toscana si sarebbe dichiarata disponibile ad addivenire ad una soluzione transattiva e stragiudiziale anche dei ricorsi pendenti, così come già avvenuto per gli anni 2014 e 2015 con l’Accordo Pluriennale”.
Concludendo, il sindaco ha sostenuto che il Direttore Generale di ATO insediatosi lo scorso 2 ottobre, Paolo Diprima, ha informato che “ATO Toscana Sud si è regolarmente costituita nel giudizio avanti al TAR per opporsi al ricorso presentato da Sei Toscana per l’annullamento delle delibere in oggetto”.
Campanini ha ringraziato il sindaco per le informazioni dettagliate, di natura tecnica, “che rimandano a errori di calcolo e a inadempimenti di varia natura che meritano di essere ulteriormente valutati. Rispetto al credito vantato da Sei Toscana, temo che finirà nelle bollette dei cittadini se sarà riconosciuto legittimo da parte del Tar Toscana”. Più in generale, il consigliere ha sostenuto di non potersi dichiarare soddisfatto dal punto di vista politico: “Da quanto ha illustrato il sindaco e da altre vicende all’ordine del giorno appare sempre più evidente che Sei Toscana è una società estranea al controllo della componente pubblica”.