Il 30 maggio assemblea congiunta Unisi, Unistrasi e Istituto Franci

SIENA. Le Università senesi si mobilitano a sostegno dei quesiti referendari sul lavoro. Venerdì 30 maggio 2025, dalle ore 10:00, si terrà presso l’Aula Magna “Virginia Woolf” dell’Università per Stranieri di Siena un’assemblea pubblica a sostegno dei cinque quesiti referendari su Lavoro e Cittadinanza, quattro sui diritti di lavoratrici e lavoratori (licenziamenti, precarietà, sicurezza e tutele nelle piccole imprese) e uno sul tema della cittadinanza (riduzione da 10 a 5 anni del periodo di residenza per richiederla), che saranno sottoposti al voto l’8 e 9 giugno.
L’evento segnerà anche la costituzione ufficiale del Comitato Referendario Interuniversitario e AFAM al quale hanno già aderito i Rettori dei due atenei, la Presidente dell’Istituto Rinaldo Franci, il Coordinamento Precariato Universitario di Siena (CPU), Link Siena e oltre cento Docenti.
L’assemblea, che vedrà la partecipazione di Maria Grazia Gabrielli (Segreteria nazionale CGIL) e gli interventi dei Rettori Tomaso Montanari e Roberto Di Pietra, sarà un’occasione per discutere dei contenuti dei referendum, presentare il Comitato alla cittadinanza e ai media, e raccogliere ulteriori adesioni.
“Le Università senesi sono centrali nel dibattito pubblico su lavoro e diritti civili, – afferma la Segretaria provinciale FLC CGIL Anna Cassanelli – con questo Comitato vogliamo dare voce al mondo accademico in una battaglia che riguarda il presente e il futuro del Paese”.
“Purtroppo il tema della precarietà e dei diritti del lavoro è particolarmente urgente all’interno dell’Università, – dichiarano Fabio Mugnaini (Università degli Studi di Siena) e Orlando Paris (Università per Stranieri di Siena), tra i docenti promotori – l’intero sistema universitario è attraversato da profonde e strutturali dinamiche di precarizzazione. Centinaia di ricercatrici, ricercatori, assegnisti, CEL e personale tecnico-amministrativo vivono in condizioni di costante incertezza lavorativa, senza tutele adeguate né reali prospettive di stabilizzazione. Intere generazioni di giovani studiosi e studiose sono rimaste imprigionate in un limbo fatto di contratti a termine, lavoro intermittente e carenza di diritti fondamentali. Sostenere questi referendum significa rivendicare un Paese più giusto, ma anche un’università più giusta, trasparente e rispettosa del valore del lavoro intellettuale e della dignità di chi vi opera ogni giorno”.