Notizia in aggiornamento
di Augusto Mattioli
SIENA. Assolti. Davide Vecchi, giornalista del Fatto Quotidiano, e Antonella Tognazzi, moglie di David Rossi, l’ex capo della comunicazione di Banca Mps, precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo del 2013, sono stati assolti questo pomeriggio (15 gennaio) alla conclusione del processo nei loro confronti in relazione alla pubblicazione, a metà di quell’anno, di alcune mail indirizzate all’ex amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola, in una delle quali manifestava l’intenzione di uccidersi.
Per il giudice Alessio Innocenti il fatto non sussiste. In pratica, una sentenza che smonta l’impianto accusatorio della procura della repubblica di Siena spiegato dalla Pm Stefania Menicucci.
Antonella Tognazzi era stata mandata a processo perché l’accusa sosteneva che fosse stata lei a veicolare le mail, il giornalista per averle pubblicate. Menicucci aveva chiesto la condanna a nove mesi per il giornalista e sei per la moglie di Rossi, nel corso. Nella sua requisitoria aveva sostenuto che Vecchi avrebbe dovuto ottenere il consenso di Viola prima della pubblicazione delle mail di cui era venuto in possesso. Una tesi che cozza con quanto è scritto nell’articolo 21 della costituzione che regola la liberta di stampa. Si legge nelle due righe iniziali dell’articolo che “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. In ogni caso Vecchi prima della pubblicazione si era messo in contatto con l’ufficio stampa della banca per ottenere un commento dall’ex amministratore delegato in quel momento in vacanza a Dubai, ma senza avere risposta. Quelle mail comunque erano drammatiche a partire da quella che nella quale Rossi scriveva “aiutatemi, stasera mi uccido”.
“In questo processo, sottotraccia – ha commentato Luigi De Mossi, legale di Vecchi – in realtà di parlava di libertà di stampa. Quello di Vecchi è stato un lavoro esclusivamente giornalistico, facendo più di quanto gli imponeva il codice deontologico, in ordine alla richiesta di commenti al Monte dei Paschi. Ritengo che questo processo non sia che una coda di situazioni legate ad altre vicende. Penso che oggi si sia affermato un principio fondamentale e cioè che il rispetto dall’articolo 21 della Costituzione prevale su qualsiasi altra considerazione. Prevale il rispetto dei cittadini che devono essere informati”.
Molto critico Vecchi sulla requisitoria del pubblico ministero: “La magistratura ha dimostrato di non conoscere il diritto all’informazione dei cittadini, ipotizzando addirittura, prima di scrivere un articolo, di chiedere il permesso a tutti coloro dei quali ci occupiamo. Un processo che non doveva celebrarsi, come ha ricordato l’avvocato Caterina Malavenda”. Che ha praticamente smontato la linea del pubblico ministero.
Un commento molto amaro alla sentenza favorevole quello di Antonella Tognazzi: “Questa esperienza mi lascia tanta amarezza e disillusione. Ho sempre creduto in uno stato nel quale i torti vengono riparati e invece dipende con chi hai a che fare. E questa è una bruttissima cosa. La giustizia non è uguale per tutti. Oggi comunque un passettino in avanti è stato fatto. Però sono stati due anni molto brutti”.