Il direttore di Confcommercio: "Difficile immaginare che ci sia spazio per consumi, turismo e altro"

SIENA. “Il 42% delle spese per le famiglie è obbligato. Così è difficile immaginare che ci sia spazio per consumi, turismo e altro, limitando di fatto il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna. Dal 1995 ad oggi l’indice delle spese obbligate è cresciuto del 132%. E’ necessario, a tutti i livelli, spendersi per rimuovere gli ostacoli che comprimono la libertà di spesa, a partire dal contenimento dei costi fissi e dalla tutela del potere d’acquisto. Tari, energia, acqua sono spese su cui si può intervenire anche sul territorio”.
“Se il 42% delle spese per le famiglie è obbligato, è difficile immaginare che ci sia spazio per consumi, turismo e altro limitando, di fatto, il potenziale di crescita dell’economia legata alla domanda interna. E’ un tema diventato priorità. E’ necessario, a tutti i livelli, spendersi per sostenere e rilanciare la domanda interna, rimuovendo gli ostacoli che comprimono la libertà di spesa, a partire dal contenimento dei costi fissi e dalla tutela del potere d’acquisto. Tari, energia, acqua sono spese su cui si può intervenire anche sul territorio”.
Daniele Pracchia, direttore Confcommercio Siena, commenta l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane nel periodo 1995-2025. Dalla casa alle bollette, dai trasporti alle assicurazioni, in media più di 9300 euro. In sostanza, le cosiddette spese obbligate nel 2025, ovvero quelle legate a beni e servizi di cui le famiglie non possono fare a meno, come casa, energia, bollette, sanità, trasporti e assicurazioni, continuano a erodere quote crescenti dei bilanci familiari, arrivando a rappresentare il 42,2% della spesa totale, con un aumento di 5,2 punti rispetto al 1995.
Una dinamica, ormai strutturale, che riduce sempre di più l’area delle scelte libere di consumo. In termini ‘monetari’, a fronte di una spesa pro capite complessiva di 22.114 euro nel 2025, oltre 9.300 euro sono assorbiti da spese non comprimibili. Tra queste, l’abitazione si conferma il capitolo principale, con una media annua di 5.171 euro (+109 euro rispetto al 2024), seguono assicurazioni e carburanti (2.151 euro) e l’energia (1.651 euro).
A rendere sempre più gravoso il peso delle spese obbligate è la dinamica dei prezzi: dal 1995 ad oggi, il loro indice è cresciuto del 132%, più del doppio rispetto a quello dei beni commercializzabili (+55%). In particolare, l’energia – nonostante il rallentamento del 2025 – ha visto i suoi prezzi aumentare del 178% in trent’anni. Sul versante dei commercializzabili, invece, se da un lato i servizi (come ristorazione, turismo, tempo libero) mostrano segnali di recupero (+134 euro pro capite), dall’altro i beni tradizionali (alimentari inclusi) registrano un’ulteriore flessione (-57 euro).
“L’aumento delle spese obbligate si trasforma in un ostacolo concreto e reale alla ripresa consumi – conclude Pracchia –. E’ urgente agire su tariffe e fiscalità per rafforzare il potere di acquisto e rilanciare la crescita economica”.