SIENA. Da Pietraserena riceviamo e pubbblichiamo.
“Vedremo nel futuro gli sviluppi dell’inchiesta su riciclaggio internazionale e corruzione (“hidden partner”), ma il nuovo scandalo che colpisce Siena è l’ennesimo colpo al cuore per una città che, ormai, da circa venti anni, non riesce più ad uscire dal tunnel in cui si mischiano numerosi elementi connotati da forte negatività: culturali, comportamentali, affaristici e pseudopolitici.
In attesa di questi condividiamo senza riserve tutte quelle considerazioni, espresse dai media e sui social, in cui si sottolinea l’intrigo e la trasversalità del sistema Siena (tutt’ora vivo e vegeto con vecchi e nuovi partecipanti). Ci hanno colpito le pubbliche considerazioni di due consiglieri comunali dell’attuale maggioranza che, sottolineando le “responsabilità non soltanto giuridiche, ma anche morali nei confronti di una comunità” e la necessità di “un totale ricambio di persone”, e di metodi aggiungiamo noi, ripercorrono quelle forti prese di posizione espresse nel tempo da parte di quel civismo cittadino, sano, aperto e non servile, a cui la nostra associazione appartiene e fa riferimento.
Il gravissimo intrigo che sta investendo Siena può essere letto come conferma e conseguenza proprio del mancato ricambio di persone e di metodo di governo?
Negli ultimi 20 anni si sono accettate supinamente molte cose, tra cui “incursioni” di personaggi provenienti da fuori senza verificarne le effettive competenze o curricula, e senza saper imporre il doveroso rispetto verso la comunità e il territorio che li stava accogliendo. Non si sono attivati “filtri” o rigorose verifiche nei confronti di coloro, senesi e non, che andavano a ricoprire ruoli decisionali collettivi. Spesso hanno prevalso logiche distorte e interessi di parte, e non la prioritaria difesa del patrimonio morale e culturale della città.
In tanti si sono genuflessi a chi mostrava (o millantava?) un qualche ruolo sociale di rilievo o affermava di poter garantire capitali, di cui poco importavano le caratteristiche. Così, qualità, competenze e interesse collettivo sono stati pressoché estromessi dalle istituzioni cittadine, mentre senso civico e partecipazione attiva sono stati mortificati nella cittadinanza.
Appare evidente che per ipotizzare un futuro non subalterno e di basso rango è necessario rinnegare quel metodo che ha portato al disastro molti gioielli cittadini, in vari ambiti – finanziario, sportivo, sociale – e all’inquinamento di una comunità che era cresciuta nel tempo ad elevati livelli di benessere e civiltà, facendo leva su spirito civico, legalità, etica e sui valori fondanti dell’allegoria del Buongoverno.
Dobbiamo pensare, ripensare, studiare, approfondire, ascoltare, confrontarsi e aprire le menti. Affrontare con un proficuo dibattito i vari temi, a livello civico e istituzionale per acquisire una visione ampia e condivisa del futuro di Siena., cosa che non vediamo da troppo tempo,
Vogliamo fare un cenno, ad esempio, della crescente presenza di grandi marchi e franchising? Può, forse, favorire il livello occupazionale (non sappiamo se su criteri di trasparenza e merito), ma, senz’altro, ha contribuito e contribuisce allo sfaldamento del tessuto commerciale cittadino, facendo strame di molte imprese familiari, annientate da un’impari concorrenza e da un correlato mercato degli affitti ormai “drogato”, a livelli assurdi, o forse speculativi.
Ci auguriamo che i cittadini di Siena stiano imparando la lezione e finalmente siano pronti a reagire ed impegnarsi, per rompere gli asfissianti e logori schemi causa di questo inarrestabile declino e provare a riportare Siena nel cammino aperto del Buongoverno”.