Gli autori: “Cause istituzionali, politiche, amministrative che impongono un esame di coscienza a chi è responsabile e perché non fa il proprio dovere”

SIENA. Si intitola ‘Operaicidio’ ed è un libro di inchiesta pensato per riflettere. Scritto da Bruno Giordano e Marco Patucchi, edito da Marlin Editore, sarà presentato domani, sabato 17 maggio, alle ore 16, all’interno della splendida cornice del museo di Valdimontone, in via di Valdimontone 6. A salire sul palco saranno gli autori, Giordano e Patucchi, insieme a Fabio Berti, docente dell’Università di Siena e autore del libro ‘Sfruttati’. A moderare l’incontro, completamente gratuito e aperto a tutti, sarà Cristina Belvedere, giornalista de La Nazione di Siena. La giornata di sabato 16 maggio sarà rivolta alla riflessione, per capire i motivi e le cause per cui ancora oggi si verificano stragi sui luoghi di lavoro: dalla morte di Luana D’Orazio, alla tragedia dell’Eni di Calenzano, fino al dramma del caporalato. Un pomeriggio per comprendere, per interrogarsi e per dire basta a vittime e infortuni sul lavoro.
“Operaicidio – spiega Marco Patucchi, autore e giornalista de La Repubblica – un neologismo per spiegare le dimensioni sociali, politiche e culturali della strage permanente di lavoratori. Siamo molto contenti di presentare il nostro libro al Safety Forum, perché l’evento di Siena è il contesto ideale per raccontare storie, cause, responsabilità. E soprattutto per discutere proposte concrete, non retoriche, che frenino il crimine di pace delle morti sul lavoro”.
“Operaicidio – commenta Bruno Giordano, magistrato di Cassazione ed ex direttore INL – è un libro che non va letto, va studiato. È una denuncia netta delle vere cause della strage di operai che continua ogni giorno. Cause istituzionali, politiche, amministrative che impongono un esame di coscienza a chi è responsabile e perché non fa il proprio dovere. La responsabilità non è solo nelle imprese ma di tutti coloro che non fanno il proprio dovere. Il libro affronta per la prima volta, in modo nuovo, tutti i profili mediatici, economici, istituzionali di questo enorme crimine di pace. Il forum tocca i nervi scoperti della sicurezza del lavoro: appalti, formazione, vigilanza, comunicazione. Un confronto interdisciplinare tra tecnici, magistrati, imprenditori, consulenti, operatori, che produce consapevolezza e vera competenza. Soltanto così può esserci vera prevenzione, arginare la più grande tragedia civile del nostro Paese. Il forum è cresciuto e diventato non solo un appuntamento annuale tra esperti ma soprattutto il luogo in cui si confrontano le migliori esperienze del settore. È l’unico vero luogo di confronto scevro da condizionamenti e appartenenze lobbistiche”.
Il libro. “Operaicidio”: un neologismo, oggi inesistente, per definire la strage infinita del lavoro che uccide. Attraverso una sorta di “semantizzazione”, i vari capitoli dell’opera sono impostati come voci di un dizionario enciclopedico che spiega il significato sociale, economico, umano (privato e pubblico), le cause, i costi, le soluzioni possibili e le responsabilità (anche politiche) di una guerra civile che nessuno sa o vuole vincere. In Italia la media è di tre morti di lavoro al giorno, e di un infortunio al minuto, senza contare i casi nascosti del lavoro nero. L’opera contrasta e supera un racconto meramente numerico e cronachistico, a favore di una visione allargata che contempla anche proposte concrete di intervento e riforma. Guardando inoltre al versante oscuro degli infortuni che quasi mai vengono denunciati; alle morti da amianto; alla responsabilità dell’informazione per il linguaggio usato nella cronaca; ai fatti dolosi in un lavoro tanto irregolare da diventare criminogeno; allo sfruttamento del caporalato; alla perdita di memoria; agli orfani e ai coniugi dimenticati; alla evidente inconcludenza di percorsi giudiziari che si prolungano troppo e si spengono quasi sempre in assoluzioni o prescrizioni. Una tragedia spesso definita erroneamente come fatalità o fenomeno, mentre è assenza di coscienza e di senso di colpa. Parallelo al cuore analitico e polemico del libro, un secondo piano narrativo che lo accompagna e, in un certo senso, lo incarna: la Spoon River delle storie invisibili dei morti di lavoro. Passioni, affetti, emozioni di chi è caduto nella trincea di questa “guerra minore”.
L’appuntamento di sabato 17 maggio. Alle ore 16, Safety meets Culture si sposterà all’interno del museo della Contrada di Valdimontone, dove si terrà l’ultimo atto del Forum con un evento rivolto a tutti dal titolo “L’Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro (sicuro?)”. L’evento vedrà una riflessione sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e, per l’occasione, verrà presentato il nuovo libro dal titolo Operaicidio, scritto da Bruno Giordano e Marco Patucchi, giornalista de La Repubblica. Oltre agli autori, interverrà anche Fabio Berti, docente dell’Università degli Studi di Siena e autore di Sfruttati, libro dedicato al tema del caporalato. A moderare l’incontro sarà Michela Berti, caposervizio de La Nazione di Siena.