Pracchia: "Possono perdere due terzi della propria attività entro giugno 2026"
SIENA. “Sulla questione degli “affitti brevi” la norma regionale trasferisce in toto ai Comuni la competenza e la responsabilità di disciplinare tali attività. Quello che non va bene in questa legge è la nuova disciplina delle strutture extralberghiere. Si parla di locazioni brevi e di extralberghiero come di un unico fenomeno. Ma non è così”. Parte da qui Daniele Pracchia dopo la sentenza della Corte Costituzionale relativa al Testo Unico delle Toscana sul Turismo.
“Con il termine extralberghiero si intendono tutte quelle attività di imprese (quindi iscritte al Registro delle Imprese), conosciute più comunemente come affittacamere, B&B, Residenze D’Epoca, Case Vacanza. Per queste sono necessari titoli autorizzativi, sono nate e disciplinate da norme regionali figlie di tempi ideologicamente diversi”.
“La nuova normativa – dice Pracchia – su queste tipologie stabilisce un principio rigido: un unico soggetto (o soggetti a lui collegati) non può gestire più strutture di affittacamere o B&B nello stesso stabile se la somma delle camere supera il limite previsto per una singola struttura (6 camere). Questo è un mutamento delle regole che impatta su chi ha operato finora in piena conformità normativa”.
“Con la nuova legge, allo scadere del periodo transitorio fissato al 1° luglio 2026, queste imprese, e sottolineo imprese, saranno costrette a chiudere i due terzi della propria attività per rientrare nelle 6 camere totali o valutare, nel caso sia possibile, forme alternative di ospitalità”.
“Siamo di fronte a un paradosso normativo – afferma Pracchia – Da un lato si assiste all’esplosione incontrollata delle locazioni turistiche (oltre 3.400 nella sola provincia di Siena quelle non imprenditoriali), dall’altro si soffocano le imprese extra-alberghiere storiche che hanno sempre investito in qualità, sicurezza e occupazione, imponendo loro limiti dimensionali che ne rendono impossibile la sopravvivenza economica e strutturale”.
“Purtroppo nel calderone di una discussione confusa, dove si è parlato di locazioni brevi e extralberghiero come un unicum da disciplinare – continua il direttore – si è perso di vista che queste ultime siano imprese con caratteristiche ben definite e legittimate da norme precedenti. Sarebbe stato logico, in una discussione normale, sancire una modifica che partiva dall’approvazione della nuova norma”.
“Di fatto invece si vanno a modificare retroattivamente delle regole, mettendo in tal modo in difficoltà migliaia di imprese e centinaia di comuni che si troveranno a dover intervenire sui loro strumenti urbanistico – edilizi con enormi difficoltà di natura tecnica e, probabilmente, anche con casi di impossibilità di seguire il diktat regionale”.
“Sulla decisione della consulta – conclude Pracchia – per fare un ragionamento compiuto è bene attendere le decisioni contenute nella Legge di Bilancio, che non sono certo marginali rispetto al tema. ancorché la Suprema Corte non abbia posto censure. E’ fuori di dubbio che le innovazioni introdotte per il comparto alberghiero sono importanti e, laddove le imprese ne avranno le condizioni ci sono ampi margini di crescita quali – quantitativa”.






