
di Augusto Mattioli
SIENA. Anni di molestie, apprezzamenti volgari e inappropriati. Il calvario di una ragazza di 19 anni è terminato soltanto quando ha concluso il liceo artistico “Duccio di Boninsegna” di Siena.
Il caso è stato reso noto questa mattina nel corso di una conferenza stampa dell’associazione Donna Chiama Donna. Una denuncia precisa che fa emergere come il docente però avrebbe molestato nel tempo anche altre studentesse con i suoi pesanti commenti. La ragazza ha deciso di fare questo passo, sostenuta dai suoi compagni, rendendo esplicito il suo malessere.
Tutto parte dal 2020 quando in un video pubblicato un gruppo di studentesse della scuola aveva sottolineato come gli atteggiamenti del professore provocassero loro dolore e disagio, Una denuncia caduta nel vuoto. Le ragazze però hanno deciso di continuare la loro lotta.
A fine 2021 una di esse si è rivolta all’associazione Donna Chiama Donna, che il 27 gennaio scorso tramite il legale Claudia Bini ha inviato una pec alla dirigente scolastica, alla direzione regionale e a quella provinciale della pubblica istruzione, nella quale si spiegava che “il professore aveva comportamenti sessualmente molesti e inadeguati con le studentesse” e si sottolineava come ci fosse “una diretta responsabilità della scuola sulla mancata protezione degli allievi” e si chiedevano immediate misure necessarie “per la loro protezione”.
Contemporaneamente si sono mossi anche gli studenti: in 49 hanno scritto al dirigente scolastico chiedendo provvedimenti. La stessa dirigente, sollecitata da Donna chiama Donna, dopo una serie di controlli, ha infine inviato la segnalazione nello scorso gennaio alla Procura della Repubblica di Siena per le indagini di competenza sul professore ancora in servizio.
“La Procura farà quello che deve – commenta l’avvocata Bini -, però al di là di una eventuale condanna del professore, a noi interessa che le scuole si facciano carico del problema e proteggano i ragazzi. In ogni caso una ragazza che subisce cose del genere deve parlarne e non vergognarsi. Piuttosto si vergognino gli adulti che molestano”.