Il giorno successivo a Firenze l'appello di Mussari, Vigni e Baldassarri

SIENA. Nuove costituzioni di parte civile, oltre a quelle già effettive in udienza preliminare, sono attese domani (15 dicembre ) all’avvio del processo Mps al tribunale di Milano. 16 gli imputati, tra cui gli ex vertici della banca, accusati a vario titolo per falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza in merito a una serie di operazioni ritenute irregolari con cui sarebbero state occultate le perdite dopo l’acquisto da parte di Rocca Salimbeni di Antonveneta.
Davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano sono chiamati l’ex presidente Mps Giuseppe Mussari, l’ex dg Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell’area finanza della banca. Con loro anche l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini, un altro ex manager Mps, sei dirigenti, cinque dei quali ex dipendenti, di Deutsche Bank – tra questi Ivor Dunbar, ex capo dei global capital markets – Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci, ex ceo ed l’ex responsabile vendite per l’Europa e il Medio oriente di Nomura. A processo ci sono anche, in qualità di enti, Nomura International Plc, Deutsche Bank AG e la sua filiale di Londra, mentre Monte dei Paschi ha già patteggiato una sanzione pecuniaria di 600 mila euro e una confisca di 10 milioni di euro.
Il dibattimento con al centro le operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico comincerà, salvo sorprese, con la costituzione di ulteriori parti civili che si aggiungono a quelle già ammesse in udienza preliminare come la Fondazione Mps, Consob, il Codacons, Adusbef e i circa 450 investitori rappresentati dal Siti e assistiti dall’avvocato Sergio Calvetti dello Studio Legale Tlc Lawy. Questi ultimi chiederanno, come è stato riferito, l’integrale risarcimento di tutti i danni per un ammontare di 40 milioni di euro.
Il giorno successivo i tre principali attori sono attesi a Firenze per la prima udienza del processo di appello. Vigni, Mussari e Baldassarri erano stati condannati in primo grado dal tribunale di Siena per concorso in ostacolo agli organi di vigilanza a tre anni e sei mesi di carcere e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per un filone dell’indagine sulla ristrutturazione del derivato Alessandria.