
SIENA. Da Filippo Rinaldi, Movimento Civico Senese, riceviamo e pubblichiamo.
“Abbiamo appreso dalla stampa locale della decisione dell’Università di Siena di esentare dal pagamento delle tasse di iscrizione i primi dieci specializzandi che si immatricoleranno alla scuola di specializzazione in Medicina di emergenza-urgenza e quella dell’Azienda ospedaliera-universitaria senese di incrementare il contratto di formazione specialistica ministeriale con 500 euro mensili.
Le misure sono la conseguenza della mancanza assoluta di nuovi immatricolati nel precedente anno accademico: zero iscritti a fronte di trentaquattro posti disponibili.
Ad inizio anno il Comune di Siena, aderendo ad una richiesta di sostegno dell’Università per mitigare questo problema, aveva messo a disposizione sperimentalmente per la durata di un anno alcuni alloggi gratuiti, prima per i nuovi iscritti alla Scuola sopra richiamata e successivamente anche per nuovi immatricolati anche in altre Scuole carenti di iscritti (Anestesiologia e rianimazione, Anatomia patologica, Medicina interna, Oncologia medica, Igiene e medicina preventiva, Malattie infettive e tropicali).
E’ stato, questo, un tentativo di dare una piccola forma di ristoro, senza la pretesa di risolvere un problema complesso, che si è dimostrato ancora più grave per il perdurare di una situazione di stallo nelle iscrizioni.
L’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie solo per alcuni specializzandi, pur comprendendone lo scopo, appare però rischiosa.
Innanzi tutto potrebbe essere demotivante per tutte le altre scuole di specializzazione che riescono solo a coprire pochi posti e che non sono certamente meno importanti per i servizi sanitari svolti. Tanto più che l’Università di Siena si colloca, in base ad una ricerca di Federspecializzandi, nella top ten degli atenei con le tasse di iscrizione più alte per le scuole di specializzazione mediche.
Perché, allora, non prevedere sperimentalmente da subito altre forme di esenzione, anche parziali, per altre scuole in sofferenza magari con una gradualità proporzionata alla carenza iscrittiva? Ci sarebbe parso più equo e lungimirante.
Sappiamo bene, poi, che la formazione specialistica è per legge tutorata, ma immaginiamo che uno degli obiettivi della iniziativa di Università ed Ospedale possa essere quella di contrattualizzare già dagli anni successivi questi giovani nuovi medici per farli lavorare nelle strutture di Pronto Soccorso. Spazio ai giovani ma cum grano salis perché il lavoro nel PS è delicato ed ha bisogno di una robusta esperienza e di altrettanto forti competenze.
E’ evidente che il problema della crisi di nuove iscrizioni per alcune scuole di specializzazione, soprattutto quelle che orientano la professione nel settore pubblico più che nel settore privato e nella libera professione, ha una portata tale che difficilmente potrà essere risolto con la recente iniziativa dei due enti richiamati.
I giovani medici non si iscrivono a scuole di specializzazione come Medicina di emergenza-urgenza perché a disincentivarli sono i carichi di lavoro, percorsi formativi spesso frammentati, la quantità di ore lavorate, la mancanza di una vita privata, il mancato pieno riconoscimento delle specificità, la scarsa protezione contro le aggressioni, poco tempo per lo studio e l’aggiornamento, i rischi medico-legali elevati, una scarsa possibilità di attività libero-professionali e guadagni limitati.
Queste differenze vanno riconosciute ovunque uscendo dalla spirale dell’essere tutti uguali, ma con scelte centrali (parlamentari e governative) e regionali che incentivino ad ampio raggio e non discriminino”.