I dati di Prometeia elaborati dalla Camera di Commercio
Camera di Commercio di Siena SIENA. Grazie al rapporto di collaborazione che la Camera di Commercio ha instaurato da alcuni anni con Prometeia, è possibile elaborare alcune stime sul consuntivo economico 2025 (i cui dati reali definitivi saranno disponibili il prossimo anno) e delle previsioni per il 2026, relativamente ai principali indicatori economici della provincia.
“’L’economia mondiale continua a mostrare una notevole resilienza in un contesto geopolitico gravato da incertezze e instabilità – sottolinea il presidente Massimo Guasconi -. Le proiezioni per il PIL globale nel 2025 indicano una stabilizzazione della crescita intorno al 3,2%. Questo scenario è supportato da una progressiva disinflazione che ha permesso alla maggior parte delle Banche Centrali di procedere alla riduzione dei tassi di interesse. Sullo sfondo, permangono però notevoli rischi, in particolare l’inasprimento delle misure protezionistiche e delle tensioni geopolitiche, che continuano a frenare gli scambi globali. L’attivazione di dazi elevati ha innescato meccanismi di risposta, rendendo l’Area Euro particolarmente esposta e vulnerabile. Nonostante i timori per l’aumento dei costi energetici, le previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea rivedono al rialzo la crescita per l’Eurozona all’1,3% nell’anno in corso. L’economia statunitense mantiene una crescita solida, prevista al 2,5% nel 2025. Tuttavia, i dazi hanno causato un aumento dell’inflazione e il mercato del lavoro ha mostrato segnali di debolezza, con la disoccupazione in lieve crescita. Venendo al livello nazionale, la crescita del PIL italiano è insufficiente considerato anche l’apporto delle risorse del PNRR. La Commissione Europea ha drasticamente rivisto al ribasso le stime, proiettando il PIL italiano 2025 allo 0,4% (dal precedente 0,7%) e allo 0,8% sia per il 2026 che per il 2027. Nonostante quindi un 2025 che vede l’Italia superare la crescita della Germania, nel 2026 rischiamo di essere la penultima economia dell’Area Euro (davanti solo all’Irlanda) e nel 2027 scivoleremo all’ultimo posto essendo l’unico Paese membro con un’espansione del PIL sotto l’1%. Per la provincia di Siena, il valore aggiunto 2025 si dovrebbe attestare a circa 9,0 miliardi di euro, in crescita dello 0,03% in termini reali. Per il 2026 le stime per il momento restano moderatamente positive, con un incremento reale atteso dello 0,6%.”
“Analizzando i singoli settori – prosegue Massimo Guasconi – per l’agricoltura, che rappresenta il 5,3% del valore aggiunto provinciale, è prevista una crescita del 3,3% nel 2025 e dell’1,4% nel 2026. Il 2025 non è invece un anno positivo per l’industria (17% del v.a. complessivo): il valore aggiunto subisce infatti una flessione dell’1,1% che prosegue, seppure su livelli inferiori, anche nel 2026 (-0,2%).Nelle costruzioni (5,3% del v.a. totale) la sostanziale riduzione degli incentivi fiscali non presenta ancora una ricaduta diretta nel 2024 sulle attività del comparto: infatti, il valore aggiunto è previsto ancora in crescita del 1%, probabilmente beneficiando della spinta degli interventi riconducibili al PNRR. Nel 2026, però, lo scenario sembra cambiare radicalmente e viene stimata una contrazione del 2,5%. Infine, i servizi (72,4% del v.a. totale), chiudono il 2025 con una sostanziale stabilità (+0,1%) mentre le stime per il 2026 mostrano una buona ripresa (+1%).”
“L’elaborazione dei dati Prometeia – conclude il presidente dell’Ente camerale – ci permette anche di prevedere un plausibile andamento del reddito disponibile delle famiglie senesi: il 2025 evidenzia un incremento del 3,8%, che dovrebbe trovare conferma anche nel corso del 2026 (+3,1%). Positive anche le stime per la spesa per consumi finali delle famiglie che indicano una crescita del 2,8% nel 2025 che trova conferma anche nel 2026 (+2,5%). Sul fronte del lavoro si prevede una crescita degli occupati dell’1,2% nel 2024 che rallenterà poi a +0,2% nel 2025. Passando alle unità di lavoro (ULA), un’unità di misura del volume di lavoro prestato, si ha un andamento similare: per il 2024 si registra una crescita dell’1,1% che passerà poi a +0,2% nel 2025. Sul fronte dell’occupazione, per quanto riguarda gli occupati si prevede una crescita dello 0,1% nel 2025 che aumenterà leggermente nel 2026 (+0,3%). Incrementi un po’ più elevati per le unità di lavoro (ULA), un’unità di misura del volume di lavoro prestato: per il 2025 si registra una crescita dello 0,7% che scenderà poi a +0,4% nel 2026.”
Un altro indicatore importante per comprendere l’andamento congiunturale dell’economia della provincia di Siena è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea che elabora mensilmente le previsioni occupazionali.
“Per il mese di dicembre 2025 la quota di imprese dei settori agricoltura/industria/servizi che prevede di assumere nuove figure professionali – commenta Il segretario generale Marco Randellini – si attesta all’11%, in flessione rispetto al 13% dello stesso periodo dello scorso anno. Sono quindi 1.250 i lavoratori ricercati dalle imprese senesi per il mese di dicembre. Estendendo l’orizzonte temporale, si prevedono complessivamente 6.100 entrate nel trimestre dicembre 2025 – febbraio 2026. Questa domanda di lavoro mostra un segnale di rallentamento rispetto all’anno precedente, con una flessione di -180 unità a dicembre 2025 rispetto a dicembre 2024 e una diminuzione di -270 unità nel trimestre rispetto allo stesso periodo 2024/2025. Il settore dei servizi continua a essere il motore trainante della domanda di lavoro, concentrando il 69% delle entrate previste (860 v.a.). I settori più dinamici sono i servizi di alloggio e ristorazione; servizi turistici (350 v.a. a dicembre), il Commercio (160 v.a.) e i servizi alle persone (140 v.a.). Il settore dell’Industria prevede 260 entrate, mentre il settore primario (agricoltura e selvicoltura) ne prevede 130.L’80% delle entrate previste sarà a termine (a tempo determinato o altri contratti a durata predefinita), mentre solo il 20% sarà stabile (a tempo indeterminato o apprendistato). Per quanto riguarda il livello di istruzione, la domanda si concentra su profili operativi: il livello più richiesto è la qualifica o diploma professionale (32,3% delle entrate), seguita dal diploma scuola media superiore (30,0%). Solo il 10% delle assunzioni è destinato a personale laureato. Viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore per il 60% delle entrate, in particolare esperienza nella professione nel 39,8% dei casi. Circa il 31% delle entrate interesserà giovani con meno di 30 anni”.
“Le assunzioni si concentreranno in larga parte nelle imprese di piccole dimensioni: il 67% delle entrate è previsto in aziende con meno di 50 dipendenti. I profili professionali più ricercati appartengono prevalentemente ai gruppi di professioni commerciali e dei servizi, che raggiungono il 35% delle entrate (430 v.a.), e agli operai specializzati e conduttori di impianti (25% del totale, 310 v.a.). I dirigenti, specialisti e tecnici coprono il 15% della domanda (190 v.a.), mentre gli Impiegati il 9% (120 v.a.). Le tre figure professionali più richieste assorbono insieme il 37% delle entrate totali: Le figure specifiche con il maggior numero di entrate previste sono gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (20%.), seguiti dagli addetti alle vendite (9.6%) e dal personale tecnico-operativo di settori non specificati (9,6%). In 52 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati (erano 51 casi si 100 lo scorso anno). La causa principale è la mancanza di candidati (35,6%), seguita dalla preparazione inadeguata dei candidati (14,2%). Infine, il 24% delle imprese prevede di assumere personale immigrato.”
