di Augusto Mattioli
SIENA. Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne circa 200 studenti del liceo artistico Duccio di Boninsegna, accompagnati anche dai loro prof, si sono radunati ai giardini della Lizza per manifestare il loro interesse e anche disagio su un problema sempre all’ordine del giorno nella cronaca non solo nazionale.

Insomma nonostante le mobilitazioni la violenza sulle donne è ancora, purtroppo, molto presente.
C’è ancora molta strada da fare, come dimostrano i dati resi noti dall’ONU.
Nel 2024 50mila donne uccise
Ogni 10 minuti lo scorso anno una donna da qualche parte nel mondo veniva uccisa da una persona a lei cara, partner o ex, o parenti stretti: circa 50mila vittime di femminicidio in 12 mesi. E’ quanto sottolinea l’Onu nel rapporto pubblicato in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, che si celebra oggi. Il rapporto rileva che il 60 percento delle donne uccise nel mondo è stato vittima di partner o parenti come padri, zii, madri e fratelli. Per confronto, solo l’11 percento delle vittime maschili di omicidio è stato ucciso da qualcuno di intimo. La cifra di 50.000 — basata su dati di 117 paesi — si suddivide in 137 donne al giorno, ovvero circa una donna ogni 10 minuti, secondo il rapporto. Il totale è leggermente inferiore a quello riportato nel 2023, anche se non indica una reale diminuzione, spiegano gli estensori del report, poiché deriva in gran parte dalle differenze nella disponibilità dei dati da paese a paese. Il femminicidio continua a causare decine di migliaia di vite di donne e ragazze ogni anno, senza segni di miglioramento, e la “casa continua a essere il luogo più pericoloso per donne e ragazze in termini di rischio di omicidio”, riporta lo studio dell’Onu. Nessuna regione del mondo è rimasta immune da casi di femminicidio, ma l’Africa ha nuovamente registrato il numero più alto lo scorso anno, con circa 22.000 vittime.
“I femminicidi non avvengono nell’isolamento. Spesso si collocano su un continuum di violenza che può iniziare con comportamenti controllanti, minacce e molestie — anche online,” ha dichiarato Sarah Hendricks, direttrice della Divisione Politica ONU Donne. Il rapporto sottolinea inoltre che lo sviluppo tecnologico ha aggravato alcuni tipi di violenza contro donne e ragazze e ne ha creati altri, come la condivisione non consensuale di immagini, il doxxing e i video deepfake.
“Abbiamo bisogno dell’attuazione di leggi che riconoscano come la violenza si manifesti nella vita di donne e ragazze, sia online che offline, e che chiamino i colpevoli a risponderne ben prima che la cosa diventi mortale”, ha detto Hendricks.






